lunedì 23 ottobre 2017

"Origin" di Dan Brown

"Permettere l'ignoranza significa concederle potere. Non fare niente quando i nostri governanti affermano delle assurdità è un reato di compiacenza".
Robert Langdon è tra i fortunati invitati del Guggenheim di Bilbao per la serata evento voluta dal giovane Edmond Kirsch, un tempo suo allievo, ora caro amico. Futurologo, miliardario grazie a scoperte high-tech, feroce ateista, Kirsch è deciso a rivelare al mondo sensazionali scoperte che metteranno in crisi le religioni, rispondendo alla domanda sull'origine della vita e sul futuro della specie umana.
Eppure quando il pubblico presente in sala e quello collegato sulle piattaforme digitali, affascinato dalla presentazione di Kirsch, è lì per lì per conoscere la verità rivelata del giovane miliardario altro è lo spettacolo a lasciare senza fiato. Qualcosa che forse priva dell'unica possibilità che il mondo sappia. Qualcosa che atterrisce e che in poco tempo scatena le ipotesi dei complottisti quanto dei media che prospettano persino il coinvolgimento della chiesa e della casa reale spagnola.
Tra omicidi in sequenza, scandali taciuti, incofessabili segreti, sedicenti spie, attacchi eretici e informatici Langdon proverà di tutto per portare a termine la missione di Kirsch e annunciare la sua scoperta.

Dan Brown confeziona un'altra avventura per il professor Langton. Gli elementi chiave ci sono tutti, una bella e intelligente compagna di scorribande, un sicario deciso a tutto per fermare la sua fuga, polizia e giornalisti in pati grado dirompenti, mille impedimenti nella scoperta della verità. Eppure qualcosa manca. Se è vero che il lettore si inchioda alla pagina fino alla fine, questa volta tutta l'indagine di Langdon cede il passo alla sensazione che qualcosa sia meno ecletante, meno intenso, meno tutto.
A dispetto del fortunatissimo 'Il codice Da Vinci', la narrazione di 'Origin' sembra qualsi divulgativa, saggistica. Tutto quello che viene rivelato nel libro non è fantasy ma potenziale prossima realtà. E' forse più evidente di altri suoi romanzi l'importante lavoro di ricerca fatto a monte. E non spiace affatto. Il compito di un romanziere sta anche nel far passare una certa buona informazione tra le pieghe di una bella storia. E 'Origin' di fondo lo è.

lunedì 9 ottobre 2017

"Le braci" di Sandor Marai

"Perché anche il cuore umano ha la sua notte".
E in una notte si consuma un'attesa lunga quarantuno anni. Un'attesa carica di tensione.
Due uomini. Due amici si ritrovano per riempire un tempo perduto. Per ascoltarsi. Capire.
Anni di silenzio. Uno in fuga verso terre lontane. L'altro tormentato in perenne ricerca di un perché.
Di mezzo, esistenze perdute e forse un sospetto terribile che rivendica verità.
"L'amicizia è il rapporto più nobile che esista fra gli esseri umani".
L'alba rivela che non è stato così tra questi due uomini. E l'ombra di una donna tra loro riporta al tradimento peggiore, quello della persona amata.
Una narrazione ipnotica, intensa che cattura l'attenzione del lettore. Dialoghi di una bellezza poetica e di una forza emozionale unica.
'Le braci' è uno dei migliori libri del '900. Per la scrittura, per la forza dei personaggi, per la storia, per la scenografia delle parole che descrivono le regole di una società sospesa tra due secoli oltre che le regole morali.
Una potenza evocata dalle parole, dalle atmosfere liriche dei cuori accesi dei protagonisti.
Un libro straordinario, formativo.