lunedì 27 marzo 2017

"Il caso Maurizius" di Jakob Wassermann

"Impari bene: le cose sono sempre diverse da quel che sembrano. Sono perfino misteriore per chi le vive".
Germania, anni '20. Un sedicenne - Etzel Andergast - insofferente alla rigida guida paterna, allontanato da piccolo dalle cure materne, si imbatte quasi per caso nel carteggio del caso Maurizius, di cui lo stesso genitore, procuratore generale al tempo si era occupato. 
Condannato all'ergastolo per uxoricidio, Maurizius si è sempre professato innocente.
Il giovane Etzel decide di farne una sua battaglia personale. Lette le carte processuali, ascoltato il vecchio padre di Maurizius, comprende che la verità può rivelarla solo ed esclusivamente il testimone che ha incastrato Maurizius, il suo amico Warenne. Costretto alla fuga, Etzel partirà per un viaggio alla ricerca del senso profondo della giustizia, un viaggio che dia senso alla sua giovane esistenza e che sconvolgerà la vita del padre, costretto a confrontarsi con il suo passato, a rimettere in discussione i suoi valori, il suo lavoro. Al cospetto del detenuto Maurizius, l'uomo di giustizia Wolf Von Andergast, comprenderà il senso profondo della vita, l'abiezione del male e di una giustizia troppo lontana dagli uomini.
"Non creda mai a un uomo quando le dice che, in certe condizioni, non ha potuto agire diversamente da come ha agito, falso. Si tratta semplicemente di sapere fin dove bisogna risalire per trovare il punto in cui il suo libero arbitrio era ancora intatto".
Un romanzo di travolgente profondità. Un continuo affondo alla coscienza dell'uomo. Un interrogarsi su questioni filosofiche, religiose, politiche. La trasfigurazione della verità sul viso ora innocente di una giovane ora nella voce di un uomo capace di asservire ogni spirito libero al proprio volere.
Un ritratto della società tedesca del primo dopoguerra tra gli ultimi fuochi ardenti di un grande impero e il buio ghermente di una povertà che spegne i sogni e ricaccia indietro gli ultimi aneliti di bontà umana.
La scrittura di Wasserman è potente. Il lettore resiste pagina dopo pagina, si lascia totalmente avvincere dai personaggi e dalla loro storia. Il rapporto padre/figlio, per certi tratti simili nell'ostinazione a ricercare la verità. La figura straniante di Maurizius, questo resistere all'annientamento della persona in carcerce, il suo sacrificio per anni votato ad un'idea di onore da preservare a dispetto della propria stessa vita, e su tutti la figura di Warenne, un Faust terreno, che si vorrebbe distruggere con lo sguardo per quanto si rivela malefico.
Assolutamente da leggere.

lunedì 13 marzo 2017

"La ferocia" di Nicola Lagioia

"Il dolore di cui nessuno sa niente possiede solchi in cui è possibile nascondersi".
E si annida sul corpo nudo della giovane donna rinvenuto sull'asfalto di una strada di periferia, Clara Salvemini, figlia di un noto costruttore edile barese.
Lei così amata, corrosa dal dolore come il fratello Michele, il figlio diverso, il ribelle, che torna dal suo esilio forzato romano, per comprendere, lasciarsi sopraffare dalla rabbia, dal dolore appunto di una famiglia che vampirizza emozioni, sentimenti, pronandoli al bisogno, alle necessità di un capofamiglia che vede nella realizzazione professionale, negli affari l'unico motivo di esistenza, pazienza se ci si macchia la coscienza di qualsiasi nefandezza, pazienza se si trascina nell'abiezione moglie e figli. In un panorama desolante di corruzione, affarismo, droga, sesso e festini, dove la normalità è per troppi l'anonimato dell'anima, un ragazzo attraversa la città alla ricerca degli uomini che hanno conosciuto la sorella riducendola alla figura estranea che abitava il suo corpo.
Tra ricordi d'infanzia e incontri allucinati di una vita difficile, l'esistenza dolente di una famiglia.
Una narrativa straniante, disturbante per la ferocia delle descrizioni.
Una lettura a tratti difficile, ma brutalmente vera.
Difficile da spiegare ma La Gioia trasmette al lettore tutte le sfaccettature delle emozioni, i colpi sul corpo devastato della bella Clara che le hanno scavato dentro e arriva improvvisa tutta la sua sventura, l'impossibilità a vivere, la decisione di imputridere un'anima corrotta ormai da tempo, vinta dall'impossibilità di salvarsi e salvare il fratello Michele; l'inettitudine del grande Ruggero che nasconde dietro quel suo salvare vite umane, l'assenza di scrupoli per essersi lasciato convincere dal padre a venir meno ai suoi ideali, i corrotti al soldo del vecchio Salvemini, tutti uguali, tutti viscidi, laidi, la sporcizia esteriore e interiore di una città che soccombe al soldo dei dannati danarosi.
Devastante.

domenica 5 marzo 2017

'Stoner' di John Williams

Stoner. Dalla campagna della provincia americana alla Columbia University. Una vita improbabile, l'estraneità quasi fisica dai suoi genitori, l'incontro con un docente di letteratura inglese che gli ispirerà il cambiamento: "deve decidere chi è e chi ha scelto di essere e il significato di quello che sta facendo". Quarant'anni di insegnamento e in mezzo: un matrimonio fallito, una figlia amata che pure non ha saputo davvero tenere con sé, una carriera universitaria osteggiata e il vero amore immolato alla decenza.
Dove sta la straordinarietà della sua vita? Nell'animo puro, in una sorta di resilienza, nell'ostinata declinazione del suo essere, nel coraggio delle sue azioni, piccole quotidiane abitudini che rivelano al mondo più di quanto Stoner non avrebbe creduto possibile condividere. Un uomo in divenire che pure a tratti dischiude al mondo passioni e sentimenti.
Ci si affeziona a Stoner come ad una persona cara. Lo si vorrebbe aver conosciuto, avuto come insegnante, amico. Stoner attraversa il '900, la grande depressione, due guerre mondiali, una società in mutazione senza segnali di insofferenza ma di continua analisi, speranza, perseveranza, resistenza.
Una narrazione intima, sincera, sensibile che regala un personaggio unico. Impossibile da dimenticare.