martedì 27 ottobre 2015

"Dimmi a che serve restare" di Maria Pia Romano

“E l’estate, l’estate davvero si vorrebbe non finisse mai. Forse perché in fondo fa paura quello che viene dopo”.
Capita sul finire dell’estate che il cuore di Paolo si fermi.
All’improvviso.
Al suo capezzale le persone che più l’hanno amato.
La moglie Maria e il figlio di sette anni Giovanni.
Suo padre Livio. E un poco in disparte, Tiziana, l’altra donna, l’altro amore di Paolo.
Ognuno a suo modo si chiede come sopravvivere al lutto, come andare avanti.. “a che serve restare”.
Forse solo “ad accostare parole per salvare un’anima sfilacciata”.
C’è chi custodisce il tempo felice in ricordi cristallizzati in un quotidiano di gesti ripetuti e lenti che occupano ore, chi si illude di dominare il destino sfidandolo ogni giorno nelle acque di un mare che toglie il fiato fino a farti scoppiare il cuore portandoti al limite, chi comprende il dono dell’amore ricevuto imparando a dare peso all’assenza con un fare nuovo e chi fantastica avventure in mondi abitati da eroi romantici che vestono le parole di un uomo capace di amore infinito per il tempo breve che gli è stato dato di vivere.
Paolo, il grande assente che irrompe nei cuori di quanti hanno avuto il dono di conoscerlo. Un uomo imperfetto, fallace come tanti eppure premuroso, attento, orgoglioso, beffato dal vento caldo dell’estate che l’ha rubato ad una terra avara e bellissima al tempo stesso.
“Solo se ami il silenzio puoi sentire la musica della vita”.
Se i testi delle canzoni o le frasi di alcuni libri parlano ai protagonisti di ‘Dimmi a che serve restare’ ispirando il loro agire, segnandone il tempo, le parole dell’autrice raccontano ai lettori di amori pazienti e irruenti, sentimenti autentici e ostili, presenze che sfidano i pregiudizi, dubbi silenti e desideri sinceri.

Una scrittura forte, emozionale, vera che si respira pagina dopo pagina regalando un messaggio di verità assoluta: “Siamo tutti il grande amore di qualcuno. L’amore non conosce dimensione, spazio, tempo”. Per questo serve restare, comunque, sempre.

sabato 24 ottobre 2015

"Prometto di sbagliare" di Pedro Chagas Freitas

"Il segreto della letteratura è abdicare al linguaggio".
Pedro Chagas Freitas, fa ben altro in 'Prometto di sbagliare'.
Destruttura la narrazione come solitamente intesa, riproducendo o inventando schemi linguistici, replicando frasi, ignorando punteggiatura e sintassi, banalizzando forma e contenuto.
Infiniti giochi di ossimori, repliche. Tutto per raccontare l'amore declinato in ogni sua forma: genitori/figli, mariti/mogli, amanti, compagni di gioco, di scuola, amici, conoscenti, amore platonico o passionale, amore verso gli ideali di libertà, lotta, etc.
Il problema è che al di là della pressante campagna pubblicitaria l'opera di Pedro Chagas Freitas è una scatola vuota di originalità e zeppa di luoghi comuni, frasi fatte, mielose, a tratti persino snervanti, un copia/incolla di cose altrui. Microstorie senza né capo né coda.
Un bignami da tenere a portata di mano per auguri o dichiarazioni d'amore ad effetto ma per piacere la scrittura è cosa seria, e altro dal guazzabuglio orchestrato per intorpidire le menti.
Brutto esordio e pessimo palso falso della Garzanti.

giovedì 1 ottobre 2015

"Niente è come te" di Sara Rattaro.


"Esisteva un altro mondo, quello delle persone che soffrono pur essendo sane".
Francesco è tra questi.
Margherita, sua figlia, gli è stata sottratta da piccina. Sua madre l'aveva portata via un giorno. Un viaggio organizzato per visitare il padre malato in Danimarca. Non era tornata. L'anziano genitore era morto da un mese e il viaggio si era rivelato una fuga organizzata per tempo in ogni dettaglio. 
Solo lui, Francesco, non aveva capito.
Nemmeno dopo, quando era cominciata una battaglia legale per veder riconosciuto il suo diritto di genitore.
Fallita... perché Margherita non l'avrebbe riabbracciata se un incidente stradale non si fosse portata via sua madre.
Adolescente e sola, Margherita rientra in Italia.
Del padre sa poco o nulla. Dentro solo rabbia e dolore.
Insieme col tempo inizieranno a conoscersi, e Margherita comprenderà che non sempre la verità è quella che ci viene messa davanti. Ma sarà solo la paura di perdersi ancora a far capire loro quanto amore può un padre verso una figlia e che il vero coraggio sta nella straziante pazienza dell'attesa più che nell'irruenza dell'azione.
Un romanzo di intenso struggimento emotivo capace di indagare tra le pieghe dell'amore. 
Una necessità quella di raccontare il dramma dei genitori separati dai figli rapiti e portati via all'estero per l'autrice che disvela ai lettori l'angoscioso dolore di molti uomini e donne.
Una scrittura evocativa, essenziale, di una forza dirompente. 
Sara Rattaro, ancora una volta con i suoi racconti, apre al cuore.

"La ragazza del treno" di Paula Hawkins


Da un treno in corsa si possono osservare tante cose.. un panorama, la gente affaccendata nel quotidiano e anche la propria vita scivolare via. È così per Rachel. La sua vita si è semplicemente fermata quando il suo matrimonio è finito, colpa del suo bere e di un marito che aveva smesso di amare la donna che era diventata.. preferendole Anna, giovane sbarazzina e intraprendente, che lo ha reso padre.
Rachel ha smesso i ricordi come robe vecchie. L'alcool li ha portati via. Si è convinta di essere brutta, inadatta.. responsabile di tutto. Ma il dolore per l'abbandono non va via nemmeno dopo mesi, è tutto lì in cuore che Rachel ha smesso di ascoltare. Dal treno rivede quella che un tempo era la sua casa, spia i movimenti del suo ex Tom e della sua nuova famiglia credendola ancora sua, un po' come la coppia della casa accanto, sconosciuti a cui nella   testa ha dato nomi per sentirli un po' suoi: Jason e Jess.
Così ogni giorno dal treno... fino a che qualcosa si spezza nel copione di sempre.
Jess ovvero Megan scompare, alcuni giorni dopo il suo corpo viene rinvenuto lungo i binari della ferrovia nel bosco, senza vita.
Rachel crede di aver visto qualcosa ma non ricorda.
È costretta a farlo, giorno dopo giorno, perché sapere può salvare se stessa dell'incubo peggiore: aver fatto del male a Megan. Sarà necessario salvarsi dai ricordi più brutti e finalmente emendarsi da colpe mai commesse fino alla verità più inquietante: chi doveva proteggerla l'aveva invece condannata alla pena eterna, all'oblio del male.
Un romanzo interessante quello della Hawkins. 

Tre donne, tre storie, tre modi di vivere l'amore. A loro modo, tutte e tre vittime e carnefici.
Un romanzo avvincente, dal ritmo serrato ma non un capolavoro. Né per forma, né per originalità. A metà del libro si intuisce già l'identità dell'assassino.
Tutto sommato però, considerati il panorama editoriale attuale un buon esordio.