sabato 27 aprile 2013

"Spaghetti paradiso" di Nicky Persico

"Guardando il codice, davanti a me, mi tornò in mente la domanda di Spanna: 'Che cos'è la mafia?'. E riuscii anche a capire quel tono rassegnato, quasi triste, che aveva mentre parlava quel pomeriggio. Forse pensava che questi fenomeni sono fatti di tutti noi: tutte le volte che giriamo la testa dall'altra parte, tutte le volte che non ci sforziamo di comprendere, tutte le volte che -magari solo per pigrizia- prestiamo la nostra intelligenza a qualcuno, e alla fine pensiamo e diciamo le cose che vuole lui, perché è meno faticoso che pensare. Forse rifletteva su questo. Quanto male riusciamo a farci, tutte le volte che rinunciamo alla nostra natura, al nostro coraggio, e così facendo la nostra indifferenza armerà la mano della stessa pistola che un giorno sparerà contro di noi".
Alessandro Flachi è un giovane e promettente praticante avvocato eppure quando dovrà occuparsi di due donne vittime di violenza sarà sul punto di sentirsi inadeguato al compito. La fiducia debordante del suo amico Gennaro, l'incontro magico con la misteriosa Lara, il supporto del suo mentore Spanna, la silenziosa presenza del fidato Mutolo gli permetteranno di prendere atto delle sue qualità: la possibilità operosa del fare, la generosità di uno sguardo aperto, la capacità di un agire istintivo, l'inabilità a cedere a compromessi, omologazioni, rituali di parte, spingendolo a confrontarsi con l'abiezione della malattia, del male, della sopraffazione, e così affrontarla a viso aperto, tenerle testa, liberando le sue vittime.

"Quando corri, dopo un pò non pensi più a niente. Il punto di equilibrio è quando senti i tuoi passi, il tuo respiro e il tuo corpo: nient'altro. Pian piano è come se ti liberassi non solo delle tossine, dei grassi, dello stress, ma anche dei pensieri attacaticci e sgraditi, quelli che non servono a niente, quelli che ti intossicano. E affiorano le sensazioni. Anche le emozioni che non si provano più perché ricoperte di stronzate inutili, correndo vengono di nuovo fuori".
Così capita al personaggio di Alessandro Flachi. Corre lungo le pagine del romanzo e la sua personalità prende forma. Ed è un divenire che macina autenticità, forza, ironia. Come non amare questo ragazzo che scribacchia sulle carte di studio ricette come spaghetti paradiso? Un concentrato di filosofia di vita da adottare. Sembra vederlo sfrecciare sulla sua Fiat Tipo lungo la statale 16, questa "mitica strada che costeggia il mare". O perdersi nella campagna pugliese alla ricerca della fabbrica di Lara o dietro una lettura difficile che apre sull'orrore misconosciuto dello stalking, della violenza domestica, della manipolazione.
La bellezza di questo personaggio è resa possibile da una narrazione che non si ferma a tratteggiare facce ma scandaglia anime costruendo personalità capaci di reggere il ritmo di una storia. Una narrazione attenta, consapevole, a tratti necesariamente dolorosa, eppure evocativa nei suo panorami, nei suoi colori e odori e briosa, leggera e piena di vita.
Bella lettura. Bell'esordio.
Stasera facciamo... "spaghetti paradiso".


giovedì 25 aprile 2013

"La fine del giorno" di Pierluigi Battista

"C'è molta più vita e 'verità' nei cassetti da svuotare di cose apparentemente senza importanza, o negli armadi da rimettere in ordine, che nei più stentorei proclami melodrammatici".
Raccontare la fine del giorno di chi ci è stato caro, della persona che si è scelto di amare, può risultare l'esempio più difficile di scrittura. Si rischia di perdere l'oggettività del narratore per affondare nella parzialità dolorosa del superstite. Eppure Pierluigi Battista guarda in faccia la malattia che si è portato via sua moglie, il cancro, e lo tratta per quello che ancora è: una malattia incurabile. Un nemico da conoscere, rispettare in battaglia, cui dopo lunga e rabbiosa tenzone, cedere le armi. Questo aggressore, per certi versi verosilmente vigliacco, che consuma i corpi, gli stessi che con l'età mutano natura. L'uomo da sempre rifugge l'incedere del tempo. Rinnega ostinatamente il placarsi dei bisogni che alimenta platealmente spacciandosi per quel che più non è: un giovane seduttore che rischia di trasformarsi nella macchietta di se stesso. Tanti gli esempi nella letteratura, nell'arte tutta che stimolano nell'autore riflessioni e si fa strada in lui l'idea di raccontarla, spiegarla fino a che si fa inopportuna, inutile a fronte della verità inoppugnabile che gli è accanto e riconosce nel corpo provato dalla malattia di sua moglie.
"Si piange e basta"
Questo solo resta. Struggente, doloroso epilogo di una vita.

lunedì 22 aprile 2013

"Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico" di Luis Sepulveda

Max, Mix, Mex.
Un uomo, un gatto, un topo.
Monaco, oggi.
Max ha accanto sin dall'infanzia il gatto Mix. Pelo nero, aria furbetta, profilo greco. La loro è l'amicizia di una vita. Una comunanza di avventure che non ha eguali. Su per i tetti Mix osserva il cielo della città fino a che una cecità improvvisa limita i suoi movimenti. Ma c'è Max, il suo affetto, la sua presenza a rendere confortevole il suo spazio e una simpatica, inattesa presenza che gira per casa, ad animare le sue giornate: un topo, sfacciato, affamato e chiacchierone.
Mix riverserà su di lui le stesse cure che Max gli riserva: gli darà un nome, Mex, e protezione. Mex in cambio sarà la vista rubata a Mix e insieme torneranno a salire sui tetti, decisi a riprendersi la libertà. Semplicemente a vivere gioiosamente.
Perché Max, Mix, Mex sono amici.. e gli 'amici condividono tutto'.
Breve storia di buoni sentimenti, l'opera di Sepulveda si presta a una lettura per grandi e piccini. 
Morale bene in vista -l'amicizia è un valore universale- una scrittura aperta, semplice, per immagini, alcune visivamente più incisive delle stesse figure in bianco e nero presenti nel libro, ne fanno una storia piacevole da leggere.

domenica 21 aprile 2013

"ZeroZeroZero" di Roberto Saviano

"Conservo rispetto. Rispetto per chi legge. Per chi strappa un tempo importante della sua vita per costruire nuova vita. Nulla è più potente della lettura, nessuno è più bugiardo di chi afferma che leggere un libro è un gesto passivo. Leggere, sentire, studiare, capire è l'unico modo di costruire vita oltre la vita, vita a fianco della vita. Leggere è un atto pericoloso perché dà forma e dimensione alle parole, le incarna e le disperde in ogni direzione. Capovolge tutto. (...) Conoscere è iniziare a cambiare".
Zerozerozero. Cocaina. Purissima. Ovvero.. morte.
Se scriverne corrode l'anima, leggerne l'annulla.
Si dirà, si è detto.. non sono 'fatti' sconosciuti quelli raccontati col piglio di un cesellatore da Saviano. Vero. Ma dati, volti, storie, viaggi acquistano potenza nella sua trattazione. I nomi si animano e trasfigurano tutto l'orrore della violenza, l'abiezione del male, la degenerazione del potere che consuma più della coca stessa. Inquieta quasi fisicamente percepire il mondo che ruota intorno alla produzione, la distribuzione e il consumo della cocaina.
Tutto è cieca violenza. Lotta per il predominio. Dai cartelli del narcotraffico ai nuovi padroni russi, dall'inarrestabile massa di denaro che si riversa nell'economia reale corrompendola all'assalto alle banche: "il mondo e i suoi equilibri di potere sono cambiati anche grazie al traffico di coca".
Storie di uomini e donne alienati dal potere della polvere bianca. Peggio di un virus letale.
Più dei particolari raccapriccianti di torture e guerre tra bande, è l'addestrammento dell'anima del vecchio boss alle nuove leve sulle 'regole d'onore' che governano il mondo, a bruciare addosso al lettore, ad inquietare.
Saviano fa, e bene, quello che ha sempre saputo fare: raccontare storie, storie brutalmente vere. 

domenica 14 aprile 2013

"Domanda di grazia" di Gabriele Romagnoli

"Non ci sono altri modi di guardare le cose: la vita stessa è una sentenza. Quel che non siamo stati non potevamo essere. Ogni altra considerazione è un alibi, uno sfregio alla logica, ma soprattutto una perdita di tempo. Di fronte allo stato delle cose le soluzioni non si trovano nel passato, ma nel futuro. E l'unica, per Andrea, è la domanda di grazia."
Andrea è Andrea Rossi un commercialista quarantenne bolognese dichiarato colpevole dell'assassinio dell'anziana Vitalina Balani e per questo condannato all'ergastolo. Padre e marito modello, uomo religioso dal linguaggio forbito, pacato, elegante, altruista, scrupoloso applicatore di regole, sportivo capace, portato ad eccellere in ogni che, Andrea Rossi è un gigante buono, in apparenza l'uomo perfetto eppure, complice la sfacciata presunzione di bastare a se stesso, di spostare sempre il limite della sfida più in là, la cieca caparbietà a credere nella giustizia affidandosi spesso a difensori non proprio all'altezza del compito e indagini poco accurate, diventerà per tutti il mostro, l'assassino.
Fine pena mai. Andrea morirà in carcere. Non vedrà più le sue figlie, sua moglie, suo fratello Stefano, i suoi anziani genitori. Non potrà porre rimedio ai suoi errori, perché ve ne sono e lui non è affatto l'uomo perfetto che tutti credono.. tutt'altro.. semplicemente un uomo, con debolezze, bisogni, paure, aspirazioni mancate.
"Essere grandiosi contiene la possibilità di essere ridicoli. Il maggior successo è uno scarto terminale e minimo sulla strada di un miserabile fallimento".
Ma chi ha ucciso Vitalina Balani? Può essere che Andrea si sia davvero lasciato prendere da un gesto disperato verso la donna a cui doveva due milioni di euro? O l'assassino è ancora libero?
 "Tutto sembra normale, se smettiamo di farci domande".
A raccontare la sua storia un amico di gioventù, l'autore, Gabriele Romagnoli, uno con cui si è studiato, giocato, lavorato, viaggiato, con cui si sono condivise esperienze ed emozioni irripetibili, con cui improvvisamente ci si è persi di vista perché così capita nella vita, ma pur lontani con uno così non si diventa mai estranei.
Incapace di credere all'accaduto, deciso a capire, a non lasciare nulla di intentato Romagnoli scriverà di getto queste pagine per accompagnare la domanda di grazia chiesta al Presidente della Repubblica per Andrea. Parole, che sono il segno di un interrogarsi sulla vita, sul senso di giustizia, sul destino che gioca con le vite degli uomini, sul concetto di normalità, di bene e male. Raccontare di Andrea e di suo fratello Stefano, suo compagno di classe, è occasione per l'autore di ascoltare se stesso, guardarsi allo specchio per capire chi davvero si è dentro.
Romagnoli non assolve Andrea, dubita, ma nel dubbio non si condanna, non quando il processo sembra essere condotto con approsimazione.
Andrea.. "impossibile avvicinarlo, impossibile stargli vicino".
Su di lui, sulla sua vicenda processuale, sul racconto della sua vita, in parte comune alla propria Romagnoli è imparziale e soprattutto umano... ecco l'umanità che spesso, troppo spesso manca negli uomini, anche a quelli di giustizia. Le parole di Romagnoli si fanno gentili, necessarie, universali e reclamano attenzione.

venerdì 12 aprile 2013

"Ti sembra il caso?" Erri De Luca e Paolo Sassone-Corsi

'Schermaglia fra un narratore e un biologo' recita il sottotitolo e di piacevole confronto tratta lo scambio di missive tra Erri De Luca e Paolo Sassone-Corsi. Un fare colloquiale frutto del rievocare ricordi comuni, i due sono figli della stessa terra -Napoli, che esalta quell'interrogarsi reciproco sui misteri della vita che poi tali non sono, elementi di una natura benigna con la macchina uomo che sempre più siamo disabituati ad ascoltare. "E' triste constatare che un numero sempre minore di persone alza gli occhi al cielo per gustarsi lo spettacolo gratuito delle stelle. O prova il piacere di una pianta che cresce. O guarda il mare con l'emozione giusta, sentendone il profumo, con il semplice immaginare la vita che c'è dentro - e sentirsi parte di un pianeta. Ovvio che le cose terrene prendono il sopravvento giornaliero, ma c'è anche pochissima attenzione nel trasmettere quello che veramente siamo. Sono convinto che il tanto ricercato benessere è nella sincronia tra il nostro orologio interno e quello del sistema solare". Pur separati da un'oceano i due si ritrovano a discorrere come se fossero l'uno accanto all'altro di Dna, di ritmo circadiano, di ambiente, di geni recettori, di libero arbitrio e caso e della curiosità che da sempre ha spinto l'uomo a dare forma alle domande, pensando 'fuori dai dogni, fuori dalle regole'.
Uno scritto brevissimo che libera il pensiero scientifico dall'oscurità del linguaggio accademico per consegnarlo al quotidiano dei curiosi.

lunedì 8 aprile 2013

"El especialista de Barcelona" di Aldo Busi

"I miei scritti saranno anche impudichi, ma la mia vita è onesta".
Un matrimonio, i preparativi per le nozze, le ansie dei futuri sposi.
Melò d'altri tempi? No un divertissement in quel di Barcellona ai giorni nostri.
Coppia gay, un docente sui generis di mezza età, piccolo e tracagnotto e un prestante giovanottone scampato all'arte di vivere. Al seguito un'armata brancaleone di ex mogli ringalluzzite da nuove nozze e insperati successi editoriali, figli problematici ed ignoranti, nipoti dai nomi rubati alle tre caravelle impudiche e maleducate, e un corollario di amici, vicini, parenti e parentastri scrocconi, egoisti e spocchiosi.
A completare il tutto un osservatore d'eccezione, Aldo Busi, capitato quasi per caso a far da cenerentola per casa in un quotidiano di iperbole sfacciataggine e tragicommedia freudiana buona ad illuminare, se già non ci fosse troppa luce, una vivace Barcellona, tutta piazze, piazzate ed eccentricità.
Bellissima, nostalgica, istrionica, erudita, allegoria della vita moderna il narrare sull'especialista de Barcelona e la sua corte dei miracoli. Necessaria a smascherare vizi e virtù, giudizi e pregiudizi, falsità, ipocrisie e qualunquismo, la banalità del male come l'ignoranza e l'indifferenza generazionale, non più ascrivibile solo agli uomini di potere. Suona quasi paradossale e anacronistica la digressione autorale sul disvalore diffuso dell'umano sentire e si condivide lucidamente e dolorosamente l'ironica, graffiante, impietosa analisi di Busi, giustamente moralista (nell'accezione di morale che ne dà la De Monticelli).
"Hai mai ricevuto in affetto, soldi, premura, apprensione, cure, calore umano e rispetto un millesimo di quanto ne hai dato tu? E allora piantala con questi peana all'umanità".
C'è tutto in questo romanzo, e non solo tutto il mondo di Busi che lo rivela al pubblico nel suo privato di amore, solitudine, sofferenza: c'è la bellezza pura della narrazione che si fa in diversi tratti affabulazione, c'è la ricerca della parola, c'è il fare graziato e sgraziato del racconto, c'è l'irruente, fantasioso, incontenibile mixare realtà a fantasia, c'è brutalità, leggerezza, ardimento, poesia, c'è persino tutta l'allegria picaresca di un cincischiare sul riassettare casa e cucinare che cela il bisogno di normalità in un contesto dove nulla appare più normale, dove i ruoli sono messi in discussione e l'assunzione di responsabilità tacciata di autoritarismo e perciò rifiutata.
Contestato e contestatore Busi regala pagine di vera letteratura. Originale, dissacrante, innovativo e al tempo stesso elegante, poetico, struggente.
"L'amore si fa o si sente, l'amore non si dice, non si reclama e non si commenta l'amore fatto, l'amore ha gli occhi per parlare e le mani per recargli doni. Se gli occhi sfuggono e le mani arrivano vuote, è detto tutto. Due che non hanno niente da dirsi parlano del loro amore reciproco, che intanto sta volando altrove. Parlare d'amore significa parlare d'altro".
Per inciso.. la cerimonia di nozze riserva delle sorprese! In puro stile especialista de Barcelona.

martedì 2 aprile 2013

"L'amore non ha fine" di Kathleen MacMahon

"Non è un peccato se sei felice di essere vivo".
E può capitare di sentirsi vivi quando il sole fatica a fare capolino dalle nuvole, quando alla soglia dei quarant'anni ci si è abituati alla solitudine, all'irreperabile sensazione di vivere per riflesso le emozioni degli altri, come per Addie, una passione per le piscine, il nuoto e la sua cagnolina Lola, alle prese con un anziano padre chirurgo bloccato in casa con entrambi i polsi fratturati, una silenziosa venerazione per la sorella che da sempre ha fatto le veci della madre morta quando erano solo due bambine. 
E può essere così anche per Bruno, quarantanove anni, il lavoro perso alla Lehman Brothers, l'ansia per l'esito tutt'altro che scontato delle elezioni presidenziali americane e il bisogno di conoscere le origini della sua famiglia in Irlanda, per mettere un punto fermo nella sua vita da cui ricominciare.
Trovarsi su una spiaggia, riconoscere le proprie anime, amare, amarsi. 
In seguito gli sarebbe parso di averla amata dal primo momento in cui aveva visto il suo viso”.
E nel viaggio a ritroso nel tempo di Bruno trovare le risposte di Addie ai silenzi della sua famiglia così da comprendere, perdonare, soprattutto perdonarsi. E finalmente trovare il coraggio di lasciarsi andare.. anche quando è troppo tardi, anche quando il cielo sembra riempirsi ancora di nuvole.
"Vedi non ho mai pensato di poter essere così felice. Questo è tutto ciò che mi interessa, il fatto che siamo stati così felici".
L'irreparabile irragionevolezza dell'amore.
"Era come volare sul mare in un giorno sereno.. nei giorni di sole l'acqua è illuminata e puoi vedere anche il fondale. puoi vedere le chiazze scure degli scogli e del corallo. Un branco di pesci che guizza nell'acqua. Puoi vedere la sagoma nera dell'aereo sul quale stai viaggiando, il suo moto regolare sulla superficie increspata dalle onde".

Un tuffo nella verde Irlanda per riflettere sulle possibilità di rinascita e felicità che celano le perdite, affettive e materiali. Il riscatto, l'impossibile che si fa possibile, riflesso negli occhi di Bruno si trasforma nella mano tesa nella vita sospesa di Addie. La storia d'amore tra i due è l'occasione per dare forza ad un'intera famiglia, persone quasi incapaci di parlarsi pur colme di sentimenti straordinari.
A dispetto delle buone intenzioni della MacMahon, nota giornalista televisiva irlandese, la sensazione che pervade il lettore è di un romanzo costruito a tavolino, con tanto di colonna sonora ad hoc: quella di Bruce Springsteen. La narrazione non suona affatto originale e non arriva emozione dai personaggi. Occasione sprecata.