venerdì 31 agosto 2012

"L'incontro" di Michela Murgia

Un piccolo paesino sardo. L'estate bruciata di scirocco. Vecchi che raccontano storie di anime perse al tramonto. Tradizioni di una piccola comunità che ruota intorno al culto dei santi e alle feste patronali. Un tempo scandito dal lavoro per gli adulti, dai giochi per i bimbi.
"La strada e l'averci giocato insieme offre ai bambini una più alta dimensione di parentela, che nemmeno da adulti sarà mai dimenticata".
Maurizio, Giulio e Franco. Tre amici.
Imprese, giochi, monellerie, scorribande; un giorno complici, quello dopo rivali.
Ma è un momento, perchè a dispetto delle differenze, dei giuramenti traditi, delle circostanze contrarie prevale la solidarietà, il perdono, l'amicizia e quel 'noi' che accomuna. "Era stato in quel momento che Maurizio aveva smesso di chiedersi cosa volese dire 'noi' a Crabas. Non era un pronome come negli altri posti, ma la cittadinanza di una patria tacita dove tutto il tempo condiviso si declinava così, al presente plurale".
E l'incontro... di due comunità di fedeli, di fratelli e sorelle, rivive in una piazza, tra la gente grazie allo sguardo complice di tre ragazzini.

Evocativo, semplice -anche nel linguaggio- il breve racconto della Murgia parla al bambino che è in ognuno di noi. Ha il sapore delle nostre estati, sprigiona ricordi, intenerisce.. eppure non emoziona in modo dirompente.

"La voce a te dovuta" di Pedro Salinas

"Paura. Di te. Amarti è il rischio più alto".
Una raccolta di settanta poesia, completa, compiuta, sull'amore, dell'amore, intorno all'amore. Una ricerca necessaria sul sentimento che prende l'anima, che libera, tormenta, inganna, addolora, fortifica, piega, incanta, trema, assorda, invola il cuore, strugge, arride a tutti almeno una volta nella vita. Improvviso come un regalo, inatteso e atteso, sielnzioso e fragoroso, furioso e furente, ardimentoso e ilare, patimento o dono.
Le parole di Salinas suonano dolci e indelebili. Semplici, piene, inarrestabili.
"Ma per amare dobbiamo imbarcarci su tutti i progetti che passano, senza chiedere nulla, pieni, pieni di fede nell'errore di ieri, di oggi, di domani, che non può mancare"

mercoledì 29 agosto 2012

"La casa dei sette ponti" di Mauro Corona

"I ponti gli piacevano, uniscono separazioni, come una stretta di mano unisce due persone. I ponti cuciono strappi, annullano vuoti, avvicinano lontananze".
Un uomo, una strada di campagna, una casa dal tetto di teli colorati, due comignoli che fumano. L'estrema curiosità di sapere chi abita la casa silenziosa. E la scoperta di trovarvi se stesso.
Un viaggio insperato dentro di noi. Il vivere semplice, la riscoperta dei valori a fronte di una vita improntata al successo, al guadagno, al potere. Un duro confronto con la propria coscienza. E la storia dell'uomo moderno si fa storia comune, si stempera nelle potenzialità di sapersi vivo davvero solo quando si torna a riconoscersi come persone, non come espressione di "bisogni inutili".
Una favola moderna sulla condizione umana, poche pagine ispirate.

domenica 26 agosto 2012

"Il cabalista di Praga" di Marek Halter

"Non era forse follia ipotecare la felicità di un uomo e di una donna, e i loro cuori che ancora non battevano? Non era vanità voler dirigere l'ordine futuro?"
Praga. Fine del XVI secolo. Quartiere ebraico. Jacob e Isaac chiedono all'amico David di far da testimone alla loro promessa. I rispettivi figli un giorno saranno sposi. Senza conoscersi, saranno l'uno dell'altro.
La promessa sa di sfida alle leggi del Signore, sa di superbia, sa di inquietante gioco.
Nasceranno Eva ed Isaia ma come ricorderà il rabbino Maharal "nessun destino è tracciato in anticipo, quaggiù come nel corso degli astri. E ciò che si legge nel bagliore delle stelle contiene più enigmi che certezze. La saggezza non risiede nel considerare compiuta l'opera di domani. Sarebbe già molto comprendere ciò che ci ha portato all'oggi".
E che Eva e Isaia forse non siano destinati a stare insieme è scritto nella storia di un quotidiano in cui gli ebrei sono sempre e comunque i nemici, gli untori nel corso delle epidemie, i responsabili delle crisi, i primi ad essere coinvolti nelle guerre, anche se sul trono siede un re benevolo come Rodolfo II d'Asburgo, che si dice illuminato e disposto a tutto per la conoscenza, anche della Cabala. Sarà per questo che istruito dal rabbino Maharal, David viaggerà per anni nelle maggiori capitali europee sedendo al cospetto dei grandi del tempo: Galileo, Keplero, Ticho Brahe per contribuire a magnificare Praga. 
Tornato trionfante tra la sua gente David assisterà alla determinata decisione di Eva di fuggire al suo destino. 
"E tu preferisci che io distrugga me stessa perché mio padre non ha valutato ciò che prometteva? Credevo che tutta la vostra saggezza, gli studi, i dibattiti dovessero servire a imparare ad assumervi i vostri doveri e le vostre responsabilità. Mio nonno non dice forse che il primo passo in direzione del giardino della purezza è assumere di fronte all'Eterno il peso delle parole che abbiamo pronunciato? Mio padre ha fatto la promessa. Non io. Non ero neanche nata".
Eva. Ignara che di lì a breve il suo gesto aprirà le porte di un orrore inarrestabile, il massacro della sua stessa gente, e per fermarlo bisognerà attingere alla conoscenza dei più antichi testi sacri e dar forma al Golem, per
"..creare un uomo nuovo con le parole". Ma non basterà ad arrestare il male.

Un guazzabuglio narrativo mal riuscito. Confuso. David passa come l'ebreo errante, Eva come l'istigratrice del male, i filosofi citati fanno pressapoco da tappezzeria in un affresco storico e sociale che manca totalmente di forza. Un'occasione sprecata.

sabato 25 agosto 2012

"La testimone del fuoco" di Lars Kepler

"Adesso chiudi gli occhi. Coprili con le mani. E non guardare"
Elisabet è un'infermiera. E' notte nella casa per ragazze difficili Birgittagarden. Rumori, porte che cigolano, la sensazione che qualcuno, qualcosa si aggiri per i corridoi. Le ragazze dormono nelle loro camere. Elisabet cerca, controlla, deve spiegare quel silenzio interrotto. Si imbatterà nel male, nel corpo orribilmente mutilato della piccola Miranda e poi.. poi non potrà sfuggire alla morte.
A supervisionare le indagini l'ispettore capo della polizia di Stoccolma: Joona Linna. Osteggiato dagli investigatori del posto Joona leggerà con fredda competenza la scena del crimine giungendo per primo a capire che una ragazza, Vicky sembra scomparsa nel nulla. Su di lei ricadono le accuse del duplice omicidio e del rapimento di un bambino su un auto ferma ai margini di una strada di provincia. Eppure nessuno sembra credere alla colpevolezza di Vicky, non ci crede Daniel Grinn l'assistente sociale di Birgittagarden, non ci crede Elin Frank, prima madre affidataria di Vicky e in fondo non ci crede nemmeno Joona.
In una corsa feroce contro il tempo e l'ottusità della polizia locale decisa a chiudere le indagini, Joona saprà vincere i demoni del suo passato, tornati a incupirlo, per giungere all'atroce verdetto della verità, inaccettabile perchè davanti agli occhi sin dal primo momento. Del resto forse qualcuno ha visto, una testimone.. Flora.. che indica la strada: "Io cercherei all'indietro, nei vecchi posti. Il passato rispecchia il futuro".

Ritmo serrato, personaggi e situazioni narrative credibili. Adrenalina sciorinata in poche centiania di pagine che si leggono tutte d'un fiato, immaginando, guardando la parola scritta prendere forma come un film d'azione.

venerdì 24 agosto 2012

"La trama del matrimonio" di Jeffrey Eugenides

Prima anni '80. Stati Uniti. Una donna, due uomini.
 "Deridda sosteneva che il linguaggio per sua natura sminuisce ogni significato che si propone di esprimere"
E' il giorno della consegna dei diplomi. Madeliene viene buttata giù dal letto dallo scampannelare euforico dei genitori colti e borghesi decisi a far sfoggio della bella e promettente figlia. Ma Madeliene ha alle spalle una notte brava dopo un periodo di insulso resistere alla fine della sua storia più importante al college: quella con Leonard. Estremo, brillante, eccentrico. Al limite del disadattato. Mente scientifica, discorsi filosofici, animo disturbato. Un guazzabuglio di violente e disarmanti striature di pensiero. L'esatto opposto di Mitchell, l'amico di sempre, il riscontro fiducioso dell'esistere nell'onda travolgente della prima maturità, la persona che ci sarà sempre e che per sopravvivere, per dar forma al suo esistere senza Madeliene deve partire, sperimentare, provare sul corpo e sull'anima le stigme della sofferenza.
Il collante di queste tre vite, di un fugace cercarsi e respingersi: l'amore, quello romantico della Austen che spiazza Madeliene dal contesto rivoluzionario dello strutturalismo di tendenza al college; quello raccontato, spiegato, da Barthes nel suo 'Frammenti di un discorso amoroso' di un seminario discusso; quello sperimentato nella vita reale, forse solo un'ancora immaginaria necessaria a dare senso alle nostre azioni.
Da quelle avventate di Madeliene, malate di Leonard, pensate di Mitchell.
Ma è un momento.. e la vita vera la si attraversa, ed è diversa dai discorsi fatti, dalle parole lette nei libri, dagli ideali di gioventuù, dai sogni di un'età incerta. In fondo "il vento soffia dove vuole". 

Eugenides scrive il 'romanzo'. Dà spessore ai personaggi. Stimola il lettore. Descrive società, vizi e virtù di un tempo sospeso tra contestazione ed edonismo. Macchina pensieri. Spazia incontrastato in citazioni, riferimenti letterari, eruditi intellettualismi. E questo a discapito di una trama che mette a nudo la fragilità dell'uomo in qualsiasi tempo, in qualsiasi spazio a fronte del divenire, del passaggio all'età adulta, svincolati dai manierismi di famiglia, dai vincoli culturali e morali. Ne viene fuori una storia necessaria, dolorosa, romantica per certi versi, con un finale che si lascia perdonare la lentezza se non l'utilità di certe pagine:
"Fra i libri che hai letto per la tua tesi, e per il tuo saggio - la Austen e James e gli altri- c'è per caso un romanzo in cui l'eroina sposa la persona sbagliata, comprende il suo errore, e poi si presenta l'altro pretendente, uno innamorato di lei da sempre, e si mettono insieme, ma alla fine il secondo pretendente capisce che l'ultima cosa di cui la donna ha bisogno è di risposarsi perché ha cose più importanti da fare nella vita? E così, pur amandola ancora, non le fa nessuna proposta di matrimonio? Esiste un libro che finisce così?" "No" "Pensi che potrebbe andar bene? Che potrebbe essere un buon finale?" "Sì"

mercoledì 22 agosto 2012

"Il tulipano nero" di Alexandre Dumas


Metà del XVII secolo, Olanda, un cupo scenario di morte prelude l’ascesa al potere dello Statolder Guglielmo d’Orange. È un giorno di fine agosto del 1672 quando la folla inferocita travolge e uccide i fratelli de Witt rei di aver tradito il paese cospirando al soldo della Francia. Pur innocenti la tragica fine dei due segnerà anche la vita del giovane Cornelius van Baerle, loro figlioccio, ricco borghese estraneo alla politica, studioso e coltivatore di tulipani. Graziato a un passo dalla morte, Cornelius troverà nella figlia del suo carceriere, Rosa, e in tre bulbi di tulipano la chiave del suo riscatto sebbene nell’ombra cospiri l’invidioso Jacob Boxtel e gli ostacoli da superare per conquistare libertà e felicità siano tanti. Un giorno però spunterà un tulipano nero e il mondo avrà il suo fiore più bello.
“Vi dispiace, dolce Rosa mia, vi dispiace che io ami i fiori?”
“Non mi dispiace che voi li amiate, signor Cornelius, quel che mi rattrista è solo che voi li amate più di quanto amiate me”

Leggere Dumas è sempre un piacere. Ci si perde nelle sue storie, nel suo incredibile ordire trame, macchinare soluzioni narrative che somigliano a doni di un mago generoso e del resto la scrittura è magia, fascinazione e Dumas ne è maestro. Sorprende sempre.  
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domenica 19 agosto 2012

"Le parole dimenticate" di Ruiyan Xu

"Forse l'amore, in un'altra lingua, era più facile da esprimere e le parole racchiudevano davvero dei sentimenti".
Forse.. ma le parole sono quelle che Li Jing ha dimenticato.
Shanghai. Un giorno qualunque, un pranzo in un ristorante per passare del tempo con il vecchio padre architetto e poi il buio e il silenzio assordante che segue un crollo. Un drammatico incidente, i corpi soffocati dalle macerie e per Li Jing il risveglio in ospedale e quella sensazione di totale smarrimento al cospetto dell'amata moglie Meiling.
Perchè i suoni articolati dalla sua bocca non sono i soliti?
Perchè ha preso a parlare in inglese, la lingua della sua infanzia negli Stati Uniti?
Perchè non capisce più il cinese?
Per i medici Li Jing è affetto dall'afasia di Broca. In un paziente bilingue ha provocato la temporanea perdita di una lingua a favore dell'altra.
Il brillante uomo d'affari è costretto al silenzio impotente di chi improvvisamente non può più gestire la sua vita fatta di relazioni e di parole scambiate con la donna amata da sempre, faticosamente conquistata, e dei giochi con il figlioletto Pang Pang.
Riempire il vuoto di legami smarriti può essere una sfida per un neurologo competente e determinato. E la bella Rosalyn Neal più che una sfida per una nuova terapia cerca a Shanghai una via di fuga da un periodo di dolorose rinunce e perdite. Sarà per questo che dopo un difficile inizio con Li Jing si instaura un legame speciale, inatteso, spiazzante. La possibilità di aprirsi al futuro, di credere ancora quando si è a un passo dall'aver perso tutto, persino la fiducia in se stessi.
Insieme Rosalyn e Li Jing ritroveranno le parole dimenticate e impareranno che a dispetto di tutto l'amore sopravvive anche al silenzio.
"Quello che prova per Rosalyn non si può esprimere in cinese. Il cinese non ha verbi; colloca le emozioni in una condizione permanente, restio a riconoscerne l'evoluzione nel corso del tempo. No, il suo affetto per Rasalyn esiste solo in inglese, una lingua che riesce a definire con chiarezza il passato, il presente e il futuro. Rosalyn gli piace. Ha un debole per lei. Ma per loro non c'è futuro".

Una storia dolente e al tempo stesso piena di speranza: la disperazione di un uomo incapace di parlare alla donna amata; la rinascita di una donna per le strade rumorose e caotiche di Shanghai, l'ostinazione di una moglie, lo sguardo tenero di un bambino.

sabato 18 agosto 2012

"Prudenti come serpenti" di Lola Shoneyin

"Gli uomini non valgono nulla. Ascolta le mie parole. Solo una sciocca crede ciecamente alle promesse di un uomo".
Cosa fa una giovane ragazza cristiana istruita, addirittura laureata, nella casa di un poligamo grasoccio di mezza età? Cosa ha spinto la bella e silenziosa Bolanle ad accettare di essere la quarta moglie del ricco Baba Segi? Forse per Bolanle qualsiasi soluzione è preferibile all'angosciosa permanenza nella sua casa, costantemente esposta al giudizio della madre e a "quella sensazione di sporco che mi perseguitva. Se fossi rimasta a casa, so che sarebbe arrrivato il giorno in cui mamma avrebbe aperto la porta di camera mia e mi avrebbe trovato i polsi immersi in una pozza di sangue".
Ma se il passato di Bonanle nasconde un angoscioso segreto, la sua presenza in casa di Baba Segi rischia di mandare in frantumi un equilibrio instabile fatto di bugie ed egoismi.
"Quando un piano non funziona, ne escogiti un altro. Prima o poi troverai quello giusto. Prima o poi riuscirai a danneggiare così in profondità chi ti ferisce che non si riprenderà mai più"
"Va bene, mi sono detta infine. Ho sofferto troppo nella mia vita per permettere a quella specie di ratto di rovinare tutto. E' laureata, e allora? Quando ci tiroveremo dinnanzi a Dio nell'ultimo giorno, ci chiederà se siamo andati all'università? No! Ma vorrà sapere se siamo stati priudenti come serpenti.."
Perchè Bolanle divenuta la preferita dall'uomo di casa, incapace di reagire alle cattiverie, ai dispetti, all'indiferrenza feroce delle altre mogli, in apparenza sterile decide di sottoporsi ai controlli in ospedale. La verità inattesa e devastante per l'intero clan dei Sagi travolge inaspettatamente tutti, costringendo ad un confronto diretto, doloroso, dalle conseguenze fatali per alcuni. Al tempo stesso sarà l'occasione per Bonanle di fare i conti con il passato, con la sua famiglia, con la sua coscienza, perdonare e perdonarsi: "Quando parleranno di me, si consoleranno a vicenda ricordandomi come l'estranea presuntuosa, quella che non era tagliata per essere una moglie Alao. Io le ricorderò come recluse, perché ciò che davvero ci distingue è che io ho ritrovato la mia strada nella vita, mentre loro non stanno andando da nessuna parte".

Una bellissima e dolente storia quella raccontata in 'Prudenti come serpenti', un racconto corale, ironico e drammatico, sulla condizione della donna in Nigeria, oggi. La versione di ognuna delle quattro mogli potrebbe essere un racconto a sé, brutalmente necessario a spiegare le ragioni di una 'condivisione' di spazi, amori, umori.
Un'autrice, la Shoneyin, che sa usare le parole per trasmettere sensazioni, dar forma ai caratteri dei personaggi, descrivere la società del suo tempo.
Menzione speciale alla bellissima e originale copertina del libro, una sorta di fumetto colorato sintesi perfetta del romanzo.

venerdì 17 agosto 2012

"Il ricercatore di emozioni" di Marco Cesati Cassin

"..le coincidenze sono sempre il frutto di un preciso disegno. Se accadono, c'è sempre un motivo. Il caso non esiste".
Un ragazzino di colore si avvicina ad un uomo distinto di mezza età. Gli sorride un attimo prima di lasciare tra le sue mani una busta. Il contenuto atterrisce. Poche frasi estrapolate dall'Apocalisse, una fotografia che ritrae il cadavere dell'uomo, decapitato.
Cosa può significare tutto questo? Un avvertimento riservato a diversi uomini, sparsi nel mondo. Tutti hanno in comune un interesse: risvegliare le coscienze degli uomini, spingerli a prendere consapevolezza dell'orrore in cui hanno trasformato la terra, presi dalla furia di possedere, dominati dall'egoismo, schiacciati da falsi bisogni. L'obiettivo è guardare diversamente al caso, al destino alla luce delle coincidenze, un viatico necessario per illuminare i cuori degli uomini.
Così, negli Stati Uniti una rivista, 'Sincronicità' fortemente voluta dal newyorkese John Stewart e in Italia una fondazione guidata dal ricercatore di emozioni Matteo Corsi, inizieranno un percorso parallelo ispirato all'illuminazione. Un percorso irto di ostacoli dacché un'inquietante organizzazione è disposta a tutto per mantenere il caos, e governare così il mondo e i destini degli uomini. Ma è davvero possibile?
Nella furiosa lotta tra bene e male, tra cuori puri e demoni inquietanti, corre la storia di uomini e donne decisi a dibattere tra caso o destino.. perchè "esiste il libero arbitrio e abbiamo la possibilità di modificare il nostro percorso, indirizzandolo nella giusta direzione".

Una narrazione strana, quasi catartica quella di Cesati Cassin che spinge a numerosi interrogativi -non nuovi, si pensi a 'La sincronicità' di Jung sullo studio delle coincidenze- e inquieta. Tra giallo e saggio la penna dell'autore però incespica, tutta presa dall'inserire storie di fatti realmente accaduti necessari a dare forza al proseguo della storia. Non è dunque il classico giallo ma una storia avvincente costruita a mo' di monito per vigilare e predisporre l'animo all'apertura a visioni diverse: "esiste una forza che regola il destino delle persone, siamo trascinati dal fato verso ciò che ci rifiutiamo di affrontare consapevolmente".

mercoledì 15 agosto 2012

"Un sacco di benedizioni" di Barbara Pym

"..perchè le donne al giorno d'oggi hanno troppe pretese.."
Londra. Anni '50. Nel corso di una funzione in chiesa un uomo e una donna, si ritrovano dopo essersi persi di vista per un lungo periodo.
Lei è Wilmet, pigramente sposata, senza figli, abituata a rimpirisi la giornata di impegni, chiacchiere, querule amicizie. Lui è Piers, un uomo fascinoso, ancora scapolo, dalla vita disordinata, il cruccio di amici e parenti.
In comune hanno Rowena, sorella di lui e migliore amica di lei, e il bisogno di farsi compagnia, lasciarsi andare a confidenze, semplicemente stare insieme, essere presente l'uno nella vita dell'altro.
Ma è davvero così?
Nessuno ravvisa nulla di pericoloso o diverso nell'amicizia tra Wilmet e Piers, solo la presunzione di aiutare Piers a dare una regolata alla sua vita. Wilmet avrà l'illusione di essere ancora desiderabile, come le lascia credere anche la corte spudorata di Harry, il marito di Rowena, e indispensabile alle vite dei suoi amici, dalla buona Mary Beamish ai preti della St. Luke. Imparerà però che fare del bene agli altri finisce per riservare sorprese, anche a se stessi, e che in fondo ricevere un 'sacco di benedizioni' può rivelarsi insopportabile come la realtà mai così diversa dalle nostre aspetattive.
"E per colmo dell'ironia era stato Keith, quel piccolo personaggio un pò assurdo, a determinare il cambiamento che mi sembrava di aver notato nel modo di fare di piers e che io avevo attribuito al mio fascino e alle mie premure".

Perfetta illustratrice del suo tempo la Pym caratterizza le sue storie di personaggi bizzarri calati nella realtà di una società ancora incerta sui passi da fare verso la modernità, in questo racconto tutta tazze di té e buone azioni, corse in taxi e relazioni stantie nelle case dei borghesi che solo qualche anno prima avevano sperimentato la sfrontatezza e la libertà imposte dai tempi di guerra, così magnificate nelle avventure italiane dei protagonisti, con quello sguardo al passato che sembra impietoso tanto si percespice l'impossibilità ad essere ancora spensierati e felici:
"Eri così dolce e allegra"
"Ora non lo sono più"
"Un pò meno allegra, forse, ma ancor più attraente. Adesso hai un che di triste che prima non c'era. Come se la vita non fosse andata esattamente come speravi"
"E succede mai che vada esattamente così?"
"No davvero! Però può essere possibile fare qualche modifica, anzi capita spesso"
Quel che manca forse in questo romanzo della Pym è il brio della narrazione che a dispetto di tutto cela qualche sorpresa nel finale, facendo di Wilmet una Emma austiniana.

martedì 14 agosto 2012

"La donna dalle mani di pioggia" di Wolfram Fleishhauer


Il disgelo non portò niente di buono. Quando, nella primavera del 1867, il ghiaccio iniziò a creparsi e sulla Senna si staccarono le prime lastre, qua e là ci si trovò dentro un pezzo di essere umano”.
Parigi 1867 l’Esposizione Universale promette di stupire il mondo, turisti di ogni dove affollano le vie della città che Haussmann sta ridisegnando per soddisfare la grandezza di Napoleone III. Niente e nessuno deve rovinare l’inaugurazione né turbare il clima di festa che si respira in città, eppure qualcosa, qualcuno sfugge ai controlli ferocissimi della polizia benché non si capisca perché un infanticidio rechi in sé un tale allarme. La madre della piccola vittima si dichiara innocente, il suo avvocato indaga con l’aiuto di due amici e di un giornalista pronto a tutto per uno scoop ma la verità si dipana davvero solo in un finale scritto ben più di un secolo dopo da mani che affondano nella pioggia e nel silenzio assordante del dolore. 
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domenica 12 agosto 2012

"Olivia ovvero la lista dei sogni possibili" di Paola Calvetti

"Serendipità: sensazione di euforia che si prova quando si scopre una cosa non cercata mentre se ne sta cercando un'altra, ovvero l'essere disposti, mentre si cerca qualcosa di ben determinato, a trovare altro, ad accogliere mondi, visioni e riflessioni che non ci eravamo aspettati di incontrare".
Mancano pochi giorni a natale, una nevicata improvvisa tinge tutto di bianco. Olivia, "trentatré anni.. quanto basta per essere stata delusa un migliaio di volte, ma abbastanza pochi per lasciarmi ancora sorprendere", incespica nei passi impedita da uno scatolone che regge a fatica. Dentro i segni del tempo trascorso in un'azienda che si è appena liberata di lei. 
Welcome, lampeggia all'ingresso di un bar tabacchi. Per Olivia è un invito che non si può rifiutare, una parola buona, la prima parola buona e sensata della giornata. E, complice il sorriso gentile del giovane cameriere Olivia ha il tempo di calmare i battiti del cuore, spulciare nello scatolone e lì, ritrovare i suoi scritti, le foto scattate dalla vecchia polaroid e ripensare alla sua vita, alle parole della nonna, ai genitori, alla sua migliore amica Sarah, ai sogni di bambina che non sapeva cosa diventare da grande, ai buoni propositi che si affacciano in una giornata in cui tutto sembra andare male e che invece riserva infinite possibilità. Quello di Olivia è un viaggio in se stessa, un modo per liberarsi dai pesi delle aspettative per aprirsi ad un nuovo inizio con la poesia di piccoli rituali necessari a dare forma ai sentimenti: formulare liste, scattare foto, collezionare parole.
E scoprire che "accadono eventi che non hanno nulla a che fare l'uno con l'altro, collegati tra loro in una bizzarra successione guidata dalla casualità".. per cui chi ha sfiorato la nostra vita più volte, un'anima dolente e necessaria come Diego, è lì davanti a noi, questa volta, per collidere. "Amami e basta!".

Impossibile non amare Olivia. La sua fragilità, la sua istintiva simpatia, quel suo fondersi al mondo a dispetto dei dolori, dei tradimenti, degli addii. Olivia continua ad avere fiducia nel prossimo. Ha in sé valori positivi, strumenti per discernere il bene dal male, anticorpi per reagire al cinismo dei tempi moderni, e una valigia di speranza che le fa dire che "l'infelicità è non avere abbastanza desideri".
Un personaggio quello di Olivia, pur nelle sue piccole eccentricità, fortemente reale. Semplice, sincera, dal sorriso e dall'animo puro e disarmante. Come un raggio di sole capace di illuminare la notte più buia.
Una storia dolcissima, leggera, un messaggio d'amore semplice. Una lettura che fa bene al cuore.
"E' stato scritto su un muro 'siate felici con prudenza' e io voglio essere una falena noncurante del sole e vivere tra la luce voltando le spalle a notti troppo nere".

sabato 11 agosto 2012

"Cinquanta sfumature di nero" e "Cinquanta sfumature di rosso" di E.L. James

 "Sono morto mille volte oggi".
Così si esprime Christian Grey dispotico e affascinante giovane miliardario al timore di perdere l'amata Anastasia Steele. Dal loro primo impacciato ed imprevisto incontro sono trascorsi solo pochi giorni necessari a spingere l'uno nelle braccia dell'altro al punto da pensarsi, di più sapersi l'uno indispensabile all'altro.
Ma Christian Grey non è uomo semplice. L'impulso che l'ha spinto a volere Anastasia è una diabolica proposta di sesso estremo, un patto che metta lei nelle condizioni di sottomessa, e che consenta a lui di controllare tutto reprimendo ogni forma di sentimento.
Quello che l'affascinante Christian Grey non ha messo in conto è proprio il sentimento.. l'amore. Perché Anastasia è la prima donna a fargli pronunciare le parole 'ti amo', la prima per cui mettere tutto, anche i preziosi giochi proibiti, in discussione.
Nuovamente l'uno nelle braccia dell'altro Christian e Anastasia dovranno vincere mille ostacoli, ex sottomesse fuori di testa; maniaci ricattatori in odor di vendetta e soprattutto il passato di Christian, doloroso e problematico e il difficile relazionarsi di una coppia di testardi incapaci di recedere dalle loro posizioni, dubbiosi della fiducia tra loro anche quando la felicità sembra a un passo.

Fin qui la storia.. va da sé a lieto fine. Con tanto di catarsi e redenzione del protagonista. Ma è necessario tornare sulle parole scritte qualche tempo fa sul primo episodio delle avventure immaginate dalla James
e confessare che mai come in questo caso la prima impressione risponde alla verità: il libro è pessimo, sotto ogni punto di vista. Parliamo di centinaia di pagine inutili, ma totalmente inutili, faticose da leggere. Il lettore avverte con estrema chiarezza tutti gli espedienti  messi in atto dall'autrice per 'allungare il brodo' della storia. Al di là dell'assurdità dei personaggi, del fatto che non facciano altro che fare sesso -e questo dovrebbe essere la parte che alletta le fantasie delle donne al punto da spingere, che so.. il The Guardian a commenti del tipo 'quello che ogni donna vuole, ovviamente'- spacciandolo per erotismo, il libro è scritto proprio male. La banalità delle espressioni verbali, i dialoghi rubacchiati ad uno slang da adolescenti narcotizzati, la punteggiatura e l'alternarsi di maiuscole/minuscole usata per enfatizzare le frasi, tipo "Lasciala. In. Pace" fino allo scambio costante di mail con firme demenziali limitanti il relazionarsi umano e alla reiterazione di frasi intere. E l'ovvio contagia i concetti base della storia che rasenta il ridicolo: più che il sesso strombazzato al punto da annoiare, dovrebbe inorridere l'idea del per sempre proposto da 'un tipo' che più che il principe azzurro veste i panni di cavaliere oscuro/stolker e da una 'tipa' che inaspettatamente.. ma giusto lei.. ha i canoni della santa alla io ti salverò.
Quello che è passato e sta passando come il caso editoriale dell'estate è un bluff costruito a tavolino. Buono solo a farsi due risate..

domenica 5 agosto 2012

"Galeotto fu il collier" di Andrea Vitali

"Insomma maresciallo, scusate se ve lo dico, ma noi siamo carabinieri. Mica c ipossiamo inventare di aver trovato la pentola col tesoro sotto l'arcobaleno!"
Piccolo mondo antico in quel di Bellano.
Estate del 1930. Una comitiva di svizzeri porta lo scompiglio sul lago. Fra tutti l'avvenenza e l'irrequitezza della bella Helga strega il giovane Lidio Cerevelli, erede di un'impresa edile, costretto dalla madre Lirica a lavorare né più né meno che come un dipendente sino al giorno in cui lei lo riterrà maturo, giorno che porebbe coincidere con le sue nozze, nozze con una italiana va da sé.
Deciso a tutto per conquistare la bella Helga, Lidio adotterà un comportamento irreprensibile in famiglia e sul lavoro per raggranellare il denaro necessario alla fuga d'amore salvo imbattersi in una fortuna insperata nel corso di alcuni lavori di ristrutturazione: un vero e proprio tesoro in monete d'oro.
Peccato che non sarà il solo a trovare le monete, una delle quali sarà donata al professor Cerretti, illustre chirurgo e buon confidente della signora Lirica, che proprio al Lidio ha pensato come marito per la sua nipotina orfana Eufemia, un cosino insignificante e brutto capitatogli per disgrazia in casa. La moneta del Cerretti, trasformata in una collana per la bella e sciocca moglie Olghina, attirerà le attenzioni di tanti e spingerà molti a farsi domande: avvocati, geometri, prevosti, manovali e i camerati in camicia nera che di osservare e riferire hanno fatto punto d'onore, magari pure le forze dell'ordine: il maresciallo Maccadç disturbato nei suoi giorni di ferie e il brigadiere Mannu, deciso a far il meglio in assenza del suo superiore.
Ne verrà fuori una esilarante e imprevedibile caccia al tesoro che contenterà tutti e nessuno: tra insospettabili conversioni di manzoniana memoria, matrimoni forzati, tradimenti e malattie nervose.. su tutte la colite della Lirica.
"Fu però grazie all'osservazione dell'Eufemia che il Cerevelli notò la coincidenza: come da calendario, la Befana gli era piombata in casa. A differenza dell'altra quella che aveva appena sposato non se ne sarebbe andata".
Divertente come al solito la narrazione del Vitali, certosina l'inarrestabile proposizione di facce, nomi e caratteri di un'Italia a noi già così lontana, una provincia di storie minime in cui è facile ritrovarsi e perdersi.

sabato 4 agosto 2012

"L'arte di ascoltare i battiti del cuore" di Jan-Philipp Sendker

"L'amore ha tante forme differenti, Julia, tanti volti, che la nostra fantasia non basterebbe a immaginarli tutti. La difficoltà sta nel riconoscerlo quando ce l'abbiamo davanti"
"E perché mai dovrebbe essere così difficile?"
"Perché vediamo solo quello che conosciamo. Siamo convinti che gli altri siano capaci di fare solamente ciò che sappiamo fare anche noi, nel bene e nel male. Per questo rioconosciamo come amore solo quello che corrisponde all'immagine che ne abbiamo. Vogliamo essere amati così come amiamo noi. Ogni altro modo ci è estraneo, lo guardiamo con dubbio e sfiducia, ne fraintendiamo i segni, non capiamo la sua lingua. Accusiamo. Affermiamo che l'altro non ci ama. E invece forse ci ama in un modo tutto suo, che noi non conosciamo. Capirà meglio ciò che intendo, spero, quando avrò finito di raccontarle la mia storia".
E la storia che l'anziano U Ba racconta a Julia, in un piccolo ritrovo di uno sperduto villaggio birmano sembra una favola, perchè parla di un uomo e una donna il cui amore li ha portati a ritrovarsi dopo cinquant'anni di separazione, un amore che "infonde un senso alla vita, che non obbedisce alle leggi dle degrado e della rovina, che ci fa crescere e non conosce confini".
Ma Julia, giovane avvocatessa in carriera, non crede alle favole.. né che l'uomo della storia sia suo padre, scomparso all'improvviso quattro anni prima.
Eppure proprio per sapere aveva mollato tutto per volare dall'altra parte del mondo, ricostruire i primi vent'anni di vita del padre, sconosciuti a tutti, e chissà.. incontrare Mi Mi, la donna che aveva amato sopra ogni cosa, a dispetto della sua brillante vita negli Stati Uniti, a dispetto di una famiglia, in apparenza felice.
L'uomo buono, silenzioso, coscienzioso, determinato che Julia aveva amato chi era davvero?
Forse una persona ancora più straordinaria.. o semplicemente un uomo a cui la vita e alcune persone speciali avevano insegnato che la paura che tende a sopraffarci può essere vinta da una forza ancora più grande: l'amore.
L'amore.. è lì la chiave di tutto. L'amore guida un bimbo abbandonato da tutti, cieco, ammalato a farsi aiutare, a credere in stesso, ad ascoltare, a lasciarsi guidare dagli altri sensi fino a percepire il mondo nella sua interezza, nella sua potenzialità, fino a scontrarsi con un altro corpo e fargli dire 'il tuo cuore, sento il tuo cuore che batte'.. in mezzo ai rumori, in mezzo alla vita che scorre... e apprezzare a pieno tutto.
E così superare le difficoltà, le disabilità e infine la separazione perché mosso da una certezza indiscutibile: "Amo e sono amato. E' tutto lì. Così semplice, così complicato. Era sicuro del suo amore, dell'amore di Mi Mi com'era sicuro del suo corpo. Nessuno avrebbe potuto togliergli quella felicità".
Quella storia aveva appreso Julia da un vecchio in Birmania.. un vecchio che sembrava aspettarla da tempo, un vecchio solo in apparenza.. un uomo che le aveva insegnato a credere nelle favole, che le aveva restituito suo padre e fatto dono della sua eredità: l'amore.

Un racconto tenerissimo, un viaggio alla scoperta di noi, una scrittura salvifica, emozionale, dirompente.
"Non c'è niente, nel bene e nel male, di cui l'uomo non sia capace".

venerdì 3 agosto 2012

"Il principe dei gigli" di Hans Tuzzi

"Questa era dunque l'Italia: miseria e nobiltà, eleganza e cafonaggine, genio e servilismo. Conformismo e parcheggio selvaggio. Infinita miseria, non già materiale, bensì morale, e ogni giorno una miseria in più. Ma anche, dignità, nobiltà, pazienza: povere minoritaire virtù reiette, relegate nei pagi come le ombre degli antichi lari da una religione tracotante e vincente: quella dei soldi, del clacson, della furbizia".
1982. Primavera. Spelta. Paesino dell'Italia centrale. Congresso internazionale di bibliologia.
Un gruppo eterogeneo di illustri ricercatori, docenti universitari, esperti del settore, editori affolla le aule della Feral, Facoltà Europea di recupero delle Antichità Librarie.
Tra il pubblico anche il commissario di polizia Melis in veste di accompagnatore della bella Fiorenza, sua moglie, a Spelta in qualità di editore.
Nulla, se non la comprensibile agitazione degli organizzatori, lascia presagire quel che di lì a breve porterà scompiglio al congresso, a poche centinaia di metri dall'aula magna dove si discute di libri antichi.
Il corpo di uno studente, giace privo di vita.
Fidando nella collaborazione di un ufficiale dei carabinieri, ed esortato dal rettore dell'università, Melis investigherà tra insospettabili bibliofili.
Chi era davvero la vittima? E quale legame lo univa ad un noto spacciatore di droga rinvenuto cadavere in un giardino pubblico? Cosa aveva scoperto il giovane studente? O qualcosa c'entrava l'amore osteggiato per la figlia di un noto imprenditore? O l'illusione del plauso del mondo accademico per qualcosa che si credeva cerduto per sempre.. o ascrivibile alla leggenda?
Forse la verità è sotto i nostri occhi, e a volte siamo troppo ciechi per vederla.
"..il primo libro stampato in Italia.."

La figura del commissario Melis è ben tratteggiata. Intrigante l'ambientazione, decisiva la scelta temporale dell'azione -i primi anni '80- eppure 'Il principe dei gigli' pare giusto un compitino ben svolto; una scrittura, quella di Tuzzi, lineare che stenta nel ritmo e non scalda il cuore.

mercoledì 1 agosto 2012

"L’età dell’oro" di Gore Vidal


“Peter si chiese cosa fosse un popolo libero. Gli americani erano forse mai stati liberi da una classe dominante che spesso agiva contro la volontà della maggioranza, da cui invece avrebbe dovuto trarre la sua legittimazione politica?”
Ravello. Italia. Peter Sanford risponde alle domande del giovane e brillante giornalista Aaron Burr Decker sul novecento, su quello che la stampa considera il secolo americano. Per Peter è un tuffo in una stagione passata, fatta di ricordi, duri scontri e battaglie in nome della libertà. Dalla prima convention per le presidenziali del ’40 alla guerra, dall’elezione di Truman allo spettro del comunismo. Ma tornare indietro con la memoria è anche un modo per ricordare zia Caroline, il difficile rapporto con il padre Blaise che gli preferiva il genero opportunista Clay, l’amore per la bella Diana, il ricordo della sorella Enid e degli amici Aeneas, Billy, Timothy mentre sullo sfondo rimbombano lontani i venti di guerra, del mistero sull’attacco a Pearl Harbor e della guerra fredda.

Per scaricare la recensione: https://www.box.com/s/cc1209764c025d27d517