domenica 29 gennaio 2012

"Sottosopra" di Milena Agus.

C'è un palazzo nel cuore di Cagliari. Vi abitano uomini e donne diversissimi tra loro. In comune solo il bisogno di mescolare i propri affetti, i propri bisogni, di condividere speranze e sogni.
C'è la giovane Alice, una studentessa curiosa della vita degli altri, che una vita sua desidera riempiere, dopo l'assenza di un padre suicida e una madre malata.
C'è Anna che abita al piano di sotto, fa i lavori in casa della gente e a sessantacinque anni crede ancora nel grande amore, sebbene gli uomini l'abbiano solo usata e trattata male. Sua figlia Natascia teme per lei, è gelosa del fidanzato e desidera una vita normale.
C'è poi Mr Johnson al piano di sopra, un violinista settantenne sulle navi da crociera bisognoso di una governante che si prenda cura di lui e della sua casa. Anna sembra fare al caso suo, fresca e bella come non mai, nuovamente innamorata e piena di speranze. Con l'anziano, separato da poco, vivono il figlio Junior e il nipotino, Giovannino. Un'allegra famiglia che presto ingloba nel suo quotidiano anche Alice, presa dall'allegria e dalla convivialità di affetti nuovi. Ma sono tutti un pò strambi in casa Johnson, tutti affetti da piccole manie e dosi eccessive di originalità miste a insperate briciole di saggezza, e cos'altro è se non un ragazzino giudizioso Giovannino intorno a cui tutto ruota e si agita: l'amore del padre, le attenzioni di un nonno che torna a suonare in pubblico rivelando le sue straordinarie doti di artista, persino quell'Omar che viene a trovare spesso il padre e la nonna, tornata per reclamare il suo posto in famiglia, ricacciare al piano di sotto Anna e tutti i suoi sogni di grandezza e felicità, cercando quella normalità a tratti percepita come necessaria da tutti.. ma cosa è davvero la normalità?
"Ma quali sono le cose normali?" le chiesi. "Quelle che fa la maggioranza delle persone" Essere normali è quando somigli a tutti gli altri" "No, perchè se sei matto e stai in manicomio somigli a tutti gli altri matti, ma non sei normale" "Le cose normali sono quelle naturali" "In natura c'è di tutto" "Quelle dove il sotto è sotto e il sopra è sopra" "Ma non vuol dir niente. Comunque, le cose, quelle che non sono normali, dipende tutto da come le prendiamo" "Questo è vero, possono essere una condanna, ma anche una risorsa"
Per Alice, una vita davanti.. la normalità è il sottosopra.
Un piccolo romanzo sincero, emozionante, che insegna a non dare nulla per scontato, a leggere nell'imprevedibilità dei cambiamenti, nelle occasioni disarmanti che la vita rivela attimo dopo attimo, anche quando sembra non esserci più speranza.

"La quinta costellazione del cuore" di Monika Peetz

"Il difficile non è la strada ma il fatto che ci si ritrova faccia a faccia con se stessi".
Un tavolo apparecchiato per cinque in un ristorante all'ora di cena.
Come ogni primo martedì del mese Judith, Eva, Caroline, Kiki ed Estelle si ritrovano per raccontarsi la loro vita. Anno dopo anno, l'incontro in un corso per imparare il francese, ha riservato loro il dono dell'amicizia. Cinque donne diversissime tra loro: Eva la casalinga perfetta, l'integerrimo avvocato Caroline, l'eccentrica e ricca Estelle, l'indomita Kiki e l'indecisa Judith.
Il tempo ha spinto loro a scelte coraggiose e a compromessi di comodo, le ha viste felici e tristi, pronte a reggere alla fine di un matrimonio o all'incontro insperato con l'uomo dei sogni, a gestire piccole noie quotidiane e lutti improvvisi, come la perdita dolorosa di Arne, il marito di Judith.
Ma come reagire allo svelamento di una verità che rischia di travolgere tutto o tutti? Come può la bugia albergare nel cuore di una di loro al punto da disgregare l'intero gruppo, di minare l'amicizia che le lega da così tanto tempo?
In cerca di risposte, nel tentativo dichiarato di elaborare il lutto, Judith e le sue amiche decidono di percorrere il cammino di Santiago di Compostela, lo stesso che fino a pochi giorni dalla morte aveva seguito lo stesso Arne. Unica traccia le parole del taccuino dell'uomo che sembrano celare un mistero.
Il cammino spingerà tanto Judith quanto le altre a leggersi dentro, a cogliere le sfumature di sentimenti per troppo tempo taciuti, a dar forma alla ribellione del cuore, a dar voce ai bisogni dell'anima. Un viaggio catartico per svelare quello che spesso si è soliti negare, ostinatamente, per paura. Eppure se lo si vuole.. il coraggio è nell'attimo stesso in cui si sceglie di spingere il limite un pò più in là, verso quello che ci appare come ignoto, nel camminare lungo un percorso periglioso, faticoso, oscuro, ma in fondo necessario.
"Se uno riesce a pellegrinare insieme, nella vita può condividere tutto".. e le cinque amiche lo sanno.

giovedì 26 gennaio 2012

"Il diavolo, certamente" di Andrea Camilleri

Un tacco rotto che porta all'incontro della vita, l'ascensore bloccato che salva due amanti, un refuso di stampa che condanna all'ilarità della comunità un ligio uomo di chiesa, l'ultima pagina strappata di un giallo che spinge alla condanna un innocente, un finto eroe che conquista un lavoro e la sua salvezza, uno scambio di persona che smaschera una coppia di amanti, e tanti altri piccoli dettagli che svelano vizi e virtù degli uomini, passioni oneste e proibite, e che cambiano o segnano profondamente il corso dell'esistenza.
33 brevi racconti, fulminanti, sagaci, inquietanti, di smacchevole lucidità, una narrazione che attanaglia per la costante e snervante lotta tra bene e male: un filo sottile su cui l'agire umano si barcamena, dando mano libera all'ombra del maligno che con un ghigno soddisfatto carpisce l'anima degli uomini rivelandone le debolezze.
3 pagine per ogni racconto bastano alla penna del geniale Camilleri per raccontare l'uomo al cospetto della propria coscienza.

mercoledì 25 gennaio 2012

"La baracca dei tristi piaceri" di Helga Schneider

Estate 1942. Berlino. L'incontro tra i giovani Herta e Uwe sembra rapito al caso. I loro sogni però si infrangono contro il muro dell'odio e del pregiudizio. Uwe è ebreo per parte di padre. La sua colpa di lì a breve, nella Germania nazista, sarà espiare per essere venuto al mondo. La stessa Herta, respinta dalla famiglia, sarà condannata a tre anni di rieducazione politica e sociale nel campo di concentramento di Ravensbruck. E' l'inzio della fine. Lavori forzati, privazioni, punizioni corporali, inquietanti strategie del terrore, prevaricazioni sui più deboli. Un orrore da cui fuggire con ogni mezzo, a qualsiasi prezzo, persino alla rinuncia della dignità come persona, se mai era possibile conservarne ancora:
"Le candidate avrebbero ricevuto ottimo cibo, un piccolo salario e dopo sei mesi sarebbero state congedate. Le candidate devono fare cinque passi avanti. All'improvviso Herta fu animata da un unico pensiero: avrebbe avuto ottimo cibo, un piccolo salario e dopo sei mesi sarebbe stata liberata. Fece cinque passi avanti".
Herta accetta e viene scelta per essere una delle ragazze addette 'a un uso particolare' nel lager di Buchenwald, prostitute da bordello per soddisfare i prigionieri meritevoli e i soldati.
Herta se ne sarebbe pentita una, cento, mille volte.. negli anni a venire la vergogna di quello che era stato non l'avrebbe mai lasciata. 'Le prigioniere erano state degradate a oggetto il cui corpo doveva servire all'incremento della produzione bellica del Reich. Corpi che non dovevano essere altro che sesso'.
Quando ormai anziana, sopravvissuta, Herta racconta la sua storia il disgusto, gli orrori delle pene subite, lo scoramento per quelli che avrebbe potuto aiutare e non ha salvato, la perdita delle persone care la tormentano ancora ma raccontare, lasciare testimonianza dell'abiezione in cui è caduto l'uomo nel timore che tutto possa capitare ancora anima il suo corpo dolente e il suo cuore straziato.
Un espediente narrativo semplice per raccontare una pagina taciuta degli orrori perpetrati dai nazisti nei lager, lì dove 'il valore assoluto della vita e della dignità dell'individuo venivano calpestati'.

domenica 22 gennaio 2012

"Cose che nessuno sa" di Alessandro d'Avenia

"Era stufa di parole, perchè gli uomini con le parole dicono bugie. Dicono 'ti amo', dicono 'andrà tutto bene', ma poi se ne vanno. Il guaio delle parole è che sono solo delle parole, le puoi far nascere anche quando sono già morte".
Non voleva più menzogne Margherita, quattordici anni e il primo giorno di liceo da affrontare di lì a poche ore con un'assenza dentro, un tradimento impossibile da accettare dall'unico uomo che non avrebbe mai potuto, dovuto abbandonarla: suo padre.
E invece era capitato.
Impossibile da accettare; impossibile non sentirsi fragile, esposta, inadatta, sbagliata agli occhi della gente intorno; impossibile non affannarsi dietro ai perché; impossibile non reagire dopo le parole dell'insegnante di lettere ispirate dall'Odissea e colte come l'ispirazione a cercare il padre, a capire, a riportarlo indietro se possibile; impossibile non dar retta alla vecchia nonna e avere il coraggio di volerle davvero le cose.. creare un puzzle fatto di chi ci è vicino, chi si lancerà nel pericolo per salvarci e allora.. ecco tra tutti spuntare Giulio per regalare "quella parte di noi stessi che ci manca" e vivere un'avventura che rischia di essere più grande di noi ma "qualunque sia la cosa che ti è cara, il tuo cuore dovrà prima o poi soffrire per quella cosa, magari anche spezzarsi. Vuoi startene al sicuro? Vuoi una vita tranquilla come tutti gli altri? Vuoi che il tuo cuore rimanga intatto?" No.. e allora bisogna bruciare di vita e rischiare.
E' quello che fa Margherita e la sua vita, e quella dei suoi cari, di lì a breve cambierà per sempre.. e "dalla tempesta vedremo nascere un mondo nuovo".
Ci sono cose che nessuno spiega. Ci sono cose che nessuno sa. E cose che si apprendono solo vivendo o almeno provandoci. Questo fa Margherita. Questo fa Giulio, Marta, il professore, Stella, Andrea, Eleonora, nonna Teresa, il padre di Margherita. Ognuno a suo modo, ognuno con il suo modo di comunicare, raccontarsi. Giulio con la presunzione della rabbia dell'abbandono, il professore attraverso i suoi libri sfiorando la vita reale, nonna Teresa con la sua cucina, il padre di Margherita con la fuga dalla profondità da un legame d'amore che chiedeva attenzione, Andrea con i suoi disegni, Marta con le sue strambe osservazioni. Fino a che tutto si aggiusta, prende forma, trova il suo assetto, senza dimenticare che la 'memoria non basta, solo amore e dolore ricordano'. E di questo siamo fatti.
"Le cose rimangono invisibili senza le parole adatte". E' così per questo romanzo. Il pregio della scrittura di d'Avenia è di trovare le parole adatte per raccontare, trasmettere emozioni, fermarsi su descrizioni, dar forma, spessore ai personaggi. Far uso della letteratura da Omero ai contemporanei per concretizzare pensieri che altrimenti scivolerebbero nel vuoto della banalità di strutture linguistiche abusate. Parla al cuore del lettore l'autore, racconta di una ragazza sola al cospetto del dolore dell'abbandono, impreparata alla scoperta del primo amore, acerba alla vita quasi quanto gli adulti che dovrebbero indicarle il cammino, proteggerla, instradarla.. ma non c'è logica, non c'è rituale, non c'è prassi scritta e allora la maturazione avviene per osmosi, per intenstardimento a cercare, strappare indicazioni fra le righe di un romanzo o nei ricordi di un'anziana o nella rabbia di un'adolescente o semplicemente nel coraggio di desiderare la felicità che è nelle piccole cose: una grande famiglia riunita a pranzo, la liberazione data del recitare, il mare che 'leviga il corpo e l'anima'.

"Esercizi superficiali" di Raffaele La Capria

Von Hofmannsthal soleva dire "la profondità va nascosta. Dove? In superficie". La Capria fa sue queste parole e suggerisce che è "importante e più bello saper guardare, e guardando immaginare, guardando sognare. Così vengono le idee" e allora è possibile lasciarsi andare a riflessioni sulla condizione dell'uomo, sul suo rapportarsi alla società contemporanea, ai suoi affanni e malanni, alle persone e ai loro sentimenti, alle passioni e ai loro stravolgimenti, al peso della letteratura. Riflessioni semplici, che a volte affondano nella logica, altre nella spiritualità e che intaccano solo per il tempo del frinire di un grillo in una notte d'estate il mistero della vita umana lasciandolo con acuta sensibilità senza risposta perché 'ciò che è ignoto tale deve rimanere, perché é il mistero che ci richiama al senso religioso della vita. E' il mistero che ci dà la forza di sopportarla e di sentirne tutta la meraviglia.."

sabato 21 gennaio 2012

"La società letteraria di Guernsey" di Mary Ann Shaffer

"Per questo vi scrivo, cosicché voi e la bambina sappiate di lei e della forza che ci ha dimostrato al campo. E non soltanto quella, ma anche una straordinaria abilità nel farci dimenticare, magari solo per un attimo, dove ci trovassimo. Elizabeth era mia amica e in quel luogo l'amicizia era l'unica cosa che potesse aiutarci a restare umani".
La storia di una piccola comunità sopravvissuta all'occupazione dei nazisti grazie all'amore per i libri e ad una giovane donna che ha creduto nel potere dell'amicizia.
Una scrittrice tenace e irriverente e il suo desiderio di quiete e famiglia.
Una bambina dai riccioli scuri e i grandi occhi grigi.
La coinvolgente stramberia di un personaggio come Isola Pribby.
L’abbagliante bellezza della natura delle Isole del Canale.

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martedì 17 gennaio 2012

"La sonnambula" di Essie Fox

Londra. Seconda metà del XIX secolo.
Il sipario sta per calare sulla splendida serata al Wilton's Hall. Le luci hanno illuminato il volto della splendida Cissy, incantevole cantante che celebra il suo ritorno alle scene dopo lunghi anni di assenza. Ad ammirarla tra tutti, gli amici di sempre, la vecchia costumista, il fido amico attore, la giovane nipote Phoebe e un uomo, in prima fila, uno spettro del passato che sembra turbarla come nessuno prima: il suo nome è Nathaniel Samuels.
Un nome che Phoebe presto imparerà a conoscere perchè il ricordo di quella serata a teatro, lontano dalle ossessioni puritane della madre Maud, tra le braccia del primo uomo che ha osato rubarle un bacio, sarà l'ultimo felice per lungo tempo. Un tempo bruscamente interrotto dalla morte dell'amata zia Cissy, dal bisogno che presto abiterà la sua casa struggendo in una morsa di cupa disperazione la madre e che proprio quel nome.. salverà con un'imprevista offerta di lavoro quale dama di compagnia della malata consorte Lydia in quel di Dinwood Court.
Smarrita, persa ma anche avvinta dalla campagna, dalle passeggiate furtive, dalla strana e al tempo stesso silenziosa animazione della grande dimora Phoebe cederà alla suggestione dei luoghi credendo di vedere cose irreali, sentire emozioni, provare dolori cupi quali gli stessi che divorano da troppo tempo lady Lydia, provata dalla perdita sventurata dell'amata figlia Esther in una notte di molti anni prima. Un decesso che Phoebe ignora essere intimamente legato alla sua nascita.
Perchè per Phoebe quei luoghi, quella gente, la stessa tragedia di Esther sono così importanti, chi e cosa vuole davvero da lei Nathaniel Samuels, cosa lo univa alla zia Cissy? E quale destino la porta tra le braccia dell'unico uomo che dovrebbe evitare e che la amerà solo per umiliarla? Perchè sua madre Maud l'ha allontana da Londra? Perchè si sente protetta solo stringendo a sé il medaglione di sua zia Cissy, i suoi oggetti avvolti nella preziosa essenza dell'Hammam Bouquet di Penhaligon? Quale misteriosa presenza sembra imprigionata nella Sonnambula di Millais?
Nel volgere di pochi mesi, in un susseguirsi di disgrazie, dolori e inquietanti sospetti si dipanerà l'oscuro passato in cui è avvolta la nascita di Phoebe, frutto di un amore travolgente, impossibile, solo per la spietata crudeltà di anime empie, folli gelosie e drammatici incidenti.
Eppure a dispetto della fuga dalla realtà, del sogno di recitare e cantare come sua zia Cissy, dell'amore puro, gioioso e inaspettato Phoebe dovrà affrontare il segreto che si cela nel suo cuore, perdonare e perdonarsi per ricominciare a vivere tenendo a mente che "il pianto può durare tutta la notte, ma la mattina è una cometa di gioia".. se solo lo vogliamo.

domenica 15 gennaio 2012

"Il museo immaginato" di Philippe Daverio

Anticamera, pensatoio, biblioteca, grand salon, sala da pranzo, petit salon, sala da gioco, cucine, balconata, camera da letto, camera della musica, chiesa e giardino in un museo personale, personalizzabile, virtuale eppure concreto nel suo presentare quadri che riflettono lo spirito del padrone di casa, in un determinato momento della sua vita, frutto di esperienze pregresse, emozioni, sensazioni che solo l'osservazione diretta, la stretta vicinanza all'immagine, finanche al particolare, che a volte, più dell'insieme, trasmette. Questo oggi è il museo immaginato da Philippe Daverio, docente universitario, direttore del magazine 'Arte e dossier', conduttore televisivo; questo è l'incipit di una storia ad uso e consumo del lettore, libero di leggere, sfogliare a caso, perdersi nelle stanze di questo museo, adattare l'esperienza al proprio sentire e spaziare nei secoli, tra autori straordinari e nomi che all'apparenza poco dicono ma che colpiscono, rivelano tesori inestimabili agli occhi a volte troppo distratti dell'osservatore contemporaneo, accecato dalle luci, dalla velocità delle immagini, smarrito al cospetto di una tela che racconta un mondo, un'epoca, una storia, un'esperienza. Un libro preziosissimo.

sabato 14 gennaio 2012

"La signora di Ellis Island" di Mimmo Gangemi

E' il 9 maggio 1902 quando Giuseppe, ventunenne contadino calabrese, parte per la Merica. Così la chiamano la terra delle grandi possibilità gli italiani: la terra che non rifiuta sogni e accende le speranze di quanti sono disposti a tutto per sfuggire alla miseria, per fare fortuna, lavorare qualche anno duramente privandosi dell'indispensabile per tornare ricchi e rispettati in paese. A questo pensa anche Giuseppe, questo è il sacrificio che suo padre, la sua famiglia gli chiede per sfamare i figli di una terra buona solo a spezzare schiene e piegare volontà. Peccato che dopo un viaggio infernale per mare il sogno rischi di svanire ancor prima di cominciare perchè ad Ellis Island, febbricitante e provato nel fisico, Giuseppe viene respinto. Sarà solo la presenza miracolosa di una donna "giovane, con un volto dolce, sereno, bello.. teneva in braccio un bambino piccolo, bianco e rosso di colorito" ad aprirgli le porte dell'America e della fortuna. Ma la fortuna vera sta nella volontà, nel coraggio, nella determinazione di Giuseppe pronto a rischiare la vita nelle miniere, nelle fabbriche, per le strade di città ostili. Per compagnia solo pochi amici fidati, il rispetto per se stesso e il desiderio di tornare dai suoi cari rinunciando finanche all'amore, alla passione e nel far questo "combatteva battaglie dentro cui non ammetteva ingerenze". Questo farà di lui un uomo, e al rientro in Italia anche una persona rispettata, portata a modello dalla gente. Abile contadino, deciso a migliorare le condizioni della sua famiglia, Giuseppe prenderà moglie e lascerà ai figli terreni e buoni esempi, farà in modo di consentire loro di studiare, progredire e così realizzarsi come persone. Dolori e lutti proveranno la sua fede, nuove nascite e l'affetto dei suoi cari daranno forma ai suoi sacrifici, rendendolo felice. Così le figlie e i figli, su tutti Ciccio fattosi prete, e Saverio girovago, fiero e indipendente come il padre, così gli amici di un tempo, così i parenti più cari con lui nel corso di decenni di vita vissuta a pieno nel rispetto di regole semplici, di un fare quotidiano votato all'impegno, al concretizzarsi di atti necessari, ma anche ai buoni sentimenti, alle tradizioni, alla fede, alla speranza di aver lasciato un segno nel cuore degli altri.
Una scrittura potente, evocativa, semplice, che racconta il novecento italiano fatto di storie vere, del dramma dell'immigrazione, della guerra, della vita dura della povera gente protesa però a migliorare le proprie condizioni sociali, ma anche dell'evoluzione dei tempi, degli scontri generazionali, dei primi tentativi di ribellione alla figura del pater familias, e ancora il ruolo della chiesa tra i poveri, il possesso della terra come simbolo di ricchezza, l'ombra lunga della 'ndrangheta, la cattiva politica, etc.
Gangemi racconta il nostro tempo, racconta storie a noi prossime, costruisce personaggi in cui è facile riconoscersi, per il solo fatto che sembrano ispirati alle vite dei nostri nonni, di qualche lontano parente. Storie e persone che abbiamo dimenticato e che ancora di più oggi potrebbero insegnare la strada per riconoscere i giusti valori a cui ispirare il proprio agire.

mercoledì 11 gennaio 2012

"L’indipendenza della signorina Bennet" di Colleen McCullough

Considero da sempre la mia infanzia e la mia giovinezza a Longbourn come il periodo più felice della mia vita; eravamo così unite, così allegre, così al sicuro. Grazie a questo senso di protezione, perdonavamo a mamma le sue idiozie e a papà il suo atteggiamento sarcastico, ma io e Jane eravamo le più perspicaci e ne eravamo ben consapevoli. Le sorelle Bennet erano stratificate: io e Jane venivamo considerate le più belle e promettenti; Kitty e Lydia burlone dalla testa vuota; e Mary, la figlia di mezzo, nessuna delle due cose. Vedo tracce di quella ragazza nella Mary attuale; è ancora una critica spietata delle debolezze, ancora sprezzante verso le cose materiali. Ma com’è cambiata”.

Per leggere la recensione n.267 cliccate qui: http://www.box.com/s/0f4yrsmdi9oyny3k3k9q

domenica 8 gennaio 2012

"L'amica geniale" di Elena Ferrante

"Se non c'è amore, non solo inaridisce la vita delle persone ma anche quella delle città".
Napoli anni '50. Un quartiere di periferia. Umanità varia. Caseggiati popolari.
Lila ed Elena si conoscono sin da bambine. Da tempo si guardano, si cercano, finiscono per giocare insieme, sfidano le paure quotidiane e danno nome a quello che non conoscono, ma non sanno dirsi amiche eppure lo sono, lo saranno perchè per Elena Lila è indispensabile, quasi si riconoscesse solo riflessa in lei: "..averla per stimolo e sostegno nella sortita dentro quel mondo fuori..".
Incostante, ribelle, intelligente, indomita, refrattaria alle costrizioni, disarmante a tratti nella sua cattiveria, bella di una bellezza tardiva tutta sua, feroce, Lila.
Posata, silente osservatrice, attenta, precocemente donna, inquieta, a tratti timorosa, intelligenza e volontà di ferro, Elena.
L'una l'opposto dell'altra, due isole in un arcipelago di uomini e donne in cerca di un posto nel mondo, una città decisa a cambiare volto, febbricitante di nuove energie e desiderosa di migliorare e migliorarsi, e nel farlo pronta a tacitare orrori ed errori passati, segreti e bugie, sentimenti e utopie, sogni e cuori infranti.
Una storia che promette di raccontare due storie singole nel mare di un paese in fermento. Due personaggi accattivanti, lucidi, autentici raccontati in una lingua vera, viva.. 'macchiata di fatica' umana.

sabato 7 gennaio 2012

"La mia vita di uomo" di Philip Roth

"Potrei essere la sua musa, se solo me lo permettesse".
Peter Tarnopol è un giovane scrittore, un docente universitario, viene da una famiglia ebrea e non riesce a divorziare dalla moglie Maureen.
Siamo nell'America degli anni '60, fremiti di libertà, emancipazione e marce per i diritti degli uomini. Eppure Peter è un uomo tormentato, succube di un rapporto matrimoniale costruito su una bugia, e di una famiglia che ha sempre preteso dai figli niente meno che grandi cose. Il suo è dunque un talento castrato dai vincoli familiari, umiliato dal bisogno di altro cercato al di fuori di un matrimonio smaccatamente sbagliato, guidato da ore di analisi, supportato dalla ricerca di liberazione, estremo e sogno nel sesso con giovani studentesse, più decise di lui nel rivelare l'impossibilità a reggere unioni così complesse.

La straordinarietà e l'originalità della scrittura di Philip Roth, da sempre, sta proprio nella sua capacità assoluta di sviscerare la complessità dell'uomo, mettere a nudo la problematicità del rapporto padre-figlio, fotografare una generazione in conflitto, presentare il confronto ebrei-gentili, e rivelare la dinamicità funzionale dell'arte per leggere la vita.
Rieditato da Einaudi dopo 40 anni 'La mia vita di uomo' è se vogliamo romanzo nel romanzo, i primi due racconti, che aprono il libro, presentano la figura di Nathan Zuckermann, alter ego dell'autore, e dello stesso personaggio Peter Tarnopol che il lettore finisce per avvertire nella sua interezza di uomo, debole, incapace di provare davvero amore, vittima di un silente senso di colpa verso se stesso e incapace di esprimersi al meglio, comico, a tratti anticipatico e crudele eppure vibrante, drammatico, vivo come la potente scrittura di Roth.
Come tutte le opere di Roth.. imperdibile.

venerdì 6 gennaio 2012

"L'amante inglese" di Leda Melluso

"..con la rabbia del desiderio a lungo represso la baciò".
Così l'ammiraglio Orazio Nelson e la bella lady Emma Hamilton nella sala degli specchi di Villa Pelagonia a Bagheria. Così la passione dirompente dei due amanti, testimoni e protagonisti di un periodo storico senza pari: la fuga di Carolina e Ferdinando IV da una Napoli sobillata dai rivoluzionari della nascente repubblica verso Palermo, trame e conflitti di una nobiltà che mal tollera l'agire dei sovrani, specie dell'autoritaria regina austriaca, e di un popolo ridotto alla fame che spera nell'ardimento di pochi intrepidi giacobini per accedere al concetto di uguaglianza e libertà che in Francia ha sconvolto un intero paese, trascinando alla morte nobili e sovrani.
In mesi di fermento e sfrenatezza, in una Sicilia accesa dalla presenza dei Borboni, controllata e protetta dall'allure romantico dell'eroe inglese Nelson, soggiogata dalla bellezza sensuale di lady Hamilton, un'altra rivoluzione, privata, impatta nella quiete cittadina: l'amore proibito tra la principessina Virginia di Vallelunga, prossima novizia, e il giovane Blasco della Sciara, figlio cadetto di un barone, dedito alle conquiste e alle furfanterie. Ma è poi vero quel che si dice del giovane Blasco? O non cela forse il nobile un animo rivoluzionario tutto dedito alla povera gente? Inframezzate dalle strambe avventure di Peter Kamp, un diplomatico austriaco affascinato dalla Palermo letta negli scritti di Goethe, gli esperimenti di mesmerizzazione del principe Cosimo di Vallelunga, le indagini minacciose di picciotti di paese assoldati da nobili latifondisti per stanare i ladri di grano e bestiame, le battute di caccia del re e i venti di guerra nel sud della penisola per riconquistare Napoli, alimentati dalla scaltrezza degli inglesi e la spietatezza di Carolina.. scorre il sogno infranto dei giacobini e e si consuma la passione tra Nelson e la sua chiacchierata amante inglese, Emma.
Spenti gli echi di guerra, negli occhi gli orrori della vendetta sui protagonisti della repubblica napoletana, morte e miseria stampate sui volti dei napoletani.. l'amore tra Virginia e Blasco avrà la forza di resistere alle delusioni, forte di un coraggio radicato in quell'unica verità che suggerisce il cuore.
Una prosa elegante, semplice e convincente, che non esprime giudizi alcuni sulla personalità dei personaggi storici -su tutti Emma Hamilton, strappata all'anonimato di una nascita umile dall'audacia della sua bellezza- fornendo se mai al lettore un quadro dell'evoluzione storica e sociale del tempo attenta e funzionale alla narrazione. Una lettura piacevole tutt'altro che convenzionale.

domenica 1 gennaio 2012

"Il tribunale delle anime" di Donato Carrisi

"Il bene ha sempre un prezzo. Il male è gratis".
Sandra è una giovane poliziotta. Lavora alla Scientifica. Fotografa la scena del crimine. Il suo occhio è abituato a cogliere quello che ad altri sfugge. A lei da cinque mesi sfugge il motivo per andare avanti dopo la morte del marito David. Sfugge il dolore che non la abbandona e forse la colpa che si porta dentro e che non si perdona.
Marcus è un'ombra tra i vivi. E' un senza memoria, senza passato. Il suo tempo è il presente, e nel presente va a caccia del male. Marcus sa solo che "c'è un luogo in cui il mondo della luce incontra quello delle tenebre. E' lì che avviene ogni cosa: nella terra delle ombre, dove tutto è rarefatto, confuso, incerto".
Sandra e Marcus incriano le loro vite per le strade e le chiese di una Roma battuta dalla pioggia, in ore e giorni convulsi di ricerche, fughe, domande inquiete; entrambi decisi a salvare Lara, una studentessa scomparsa nel nulla da alcune settimane e così dar voce ai pensieri taciuti, risposta all'ignoto che abitano, forma ai volti misteriosi che aleggiano intorno a loro, espressione di una storia parallela e segreta che da sempre ha due protagonisti: il bene e il male, e in apperenza nessun vincitore.
Una narrazione tesa e accurata, frutto di studio e passione per la ricerca; protagonisti che a fine lettura si fatica a lasciar andare, su tutti Marcus.. angoscioso, ribelle e misterioso quanto il suo passato; e una storia raccontata su più livelli storici e ambientali che attanaglia e spinge a riflettere: quanto labile è il confine tra bene e male?
Giustizia o vendetta? "Il giudizio sulle nostre azioni non spetta a noi.. noi possiamo solo chiedere perdono".