domenica 26 giugno 2011

"Open. La mia storia" di Andre Agassi

"Il tabellone segnapunti dice che oggi ho perso, ma quello che non dice è ciò che ho trovato. Negli ultimi ventuno anni ho trovato la lealtà: avete fatto il tifo per me sul campo e anche nella vita. Ho trovato l'ispirazione: avete voluto che ce la facessi, talvolta anche nei momenti più bui. E ho trovato genorsità: mi avete offertole spalle su cui salire per raggiungere i miei sogni - sogni che non avrei mai realizzato senza di voi. negli ultimi ventuno anni ho trovato voi, e porterò con me voi e il vostro ricordo per il resto della vita".
Così Andre Agassi si congeda dal pubblico alla fine del suo ultimo match giocato nel corso degli US Open del 2006. Dopo venti anni di carriera da professionista, 4 tornei del Grande Slam vinti, un oro olimipico, mille incontri, milioni di palle giocate si chiude la straordinaria ed eclettica carriera di un grande del tennis moderno ed inizia il racconto umanissimo ed emozionante di un ragazzo che odiava il tennis ma che non sapeva far altro che giocarci. Dall'atroce e dispotica presenza del padre in un'infanzia pressoché negata alla ribellione nell'accademia del guru del tennis dei primi anni '80: Nick Bollettieri; dai tornei di provincia ai campi di Wimbledon o del Roland Garros, dai miti del tennis da schiacciare alle grandi rivalità con gli ex compagni di gioco, Courier, Chang.. su tutti Sampras; da idolo delle masse a oggetto di scherno dei giornalisti sportivi, più semplicemente un ragazzo in fuga dal passato, desideroso di certezze, un essere in trasformazione, in cerco di se stesso. Trionfi e sconfitte, al vertice della classifica ATP o ultimo tra gli ultimi, dentro la marcia per ricominicare, per provarci sempre, a dispetto di un fisico provato, di un cuore blandito da amori sbagliati fino all'incontro che lo manderà fuori di testa, la donna che sognava sin da ragazzino e che sarà sua moglie: la campionessa di tennis Steffi Graf: "Non ho mai visto una donna così bella. Da ferma è una dea, in movimento, è poesia".
Profondamente generoso, altruista, felice di dividere fatica e riconoscimenti con allenatori, preparatori atletici, amici, ma anche puntiglioso, scaramatico e infine disincantato sul suo mondo, Agassi troverà nella famiglia e nella scuola moderna (una sorta di campus, dotata delle migliori attrezzature, docenti motivati e spazi creati a misura di bambino) aperta in un quartiere periferico di Las Vegas, le ragioni per tornare a vivere il tennis come un gioco, su un campo qualunque di periferia, sotto la pioggia, spossato ma pieno di adrenalina, deciso a non mollare il punto all'avversaria che teme.. e al tempo stesso ama di più: sua moglie Steffi.
"La vita è un incontro di tennis tra estremi polarmente opposti. Vincere o perdere, amare e odiare, aperto o chiuso. E' utile riconoscere presto questo fatto penoso. Quindi riconoscete gli estremi contrapposti in voi e se non riuscite ad accettarli o a riconciliarvi con essi, almeno ammetteteli e tirate avanti. L'unica cosa che non potete fare è ignorarli".
La biografia di uno sportivo non sempre emoziona, rischia di risultare piatta, quasi didascalica nella riproposizione di eventi, in 'Open' invece il lettore, e soprattutto l'appassionato, rivive ogni match da una nuova angolazione, riveste o spoglia il 'mito' di un tempo di nuovi panni, si imbatte in rituali, personaggi, atmosfere a lui negate... e la lettura, quasi 500 pagine, scivola via come un romanzo.

sabato 25 giugno 2011

"Lu campo di girasoli" di Andrej Longo

Una scrittura non convenzionale, una storia che stringe lo stomaco, una narrazione esplosiva nei ritmi serrati, personaggi che restano dentro, coloriture dialettali che sfumano in una lingua primitiva ma diretta, viscerale.
Caterina e Lorenzo.
Due giovani che sfidano il mondo con il loro amore acerbo in un'estate calda e assolata.
"E allora forse è pì chella vuaglioncella ca tene lu sorriso come lu sole? Fai bene.. li feste nun mancano mai, ma un sorriso accussì è cosa ca passa na vota sola int'a la vita"
Dummenico e lu Professore.
Due cinquantenni disillusi da ideali, lotte e un bagaglio di sogni finiti a mare.
"Chesta nun è vita, Prufessò. Chesta è na bestia ca ce magna lu core e la fantasia".
Rita e Giovanni.
Marito e moglie, vittime delle storture della vita, di una testa piegata troppe volte per dire sì ai soprusi dei potenti.
Rancio Fellone, Cicciariello e capa di Ciuccio.
Tre vite perdute, intralcio di una società che ingenera mostri, violenti, falsi combattenti.
"Teneva na raggia pì dentro comu na malatia. Nu vulio di spaccà lu munno ca nun trovava sfoco. e lu gusto suo era addiventato ca ogni cosa ca ncocciava, tanto chiù bella e pulita era, tanto chiù l'aviva a forza mbrattà di merda".
E ancora.. lu Niro, il commissario..
Storie che si incrociano in un pomeriggio d'estate mentre si festeggia San Vito e in piazza suonano, bevono vino e si balla la pizzica.. poco lontano in un campo di girasoli la cieca violenza, la vigliaccheria ma anche un tamburo che suona, un potente grido d'aiuto, la genosità degli umili, il riscatto di vite che si credevano perdute.
"Fu a chillu mumento preciso ca scennette na zaffata liggera di scirocco ca pareva nu murmurio. E li girasoli, ca erano a migliara pì dint'a lu campo, tutti assieme voltaqino la capa da la parte de lu stagno, come si pì la virgogna non vulessero chiù vederi chello ca stava capitanno"
Un romanzo che lascia filtrare non solo sentimenti ed emozioni ma odori, sapori, umori di un sud al sud del nostro mondo.

'«Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno» ovvero, guardando Kafka' di Philip Roth

Un bevissimo scritto -estrapolato da una raccolta di Roth ancora inedita in Italia: 'Reading myself and others'- sul grande scrittore ceco Franz Kafka diviso in due parti: come visse gli ultimi mesi di vita e come sarebbe stata la sua vita se, sopravvissuto alla malattia e all'olocausto, si fosse trasferito in America. Un puro giocoso esercizio di stile che rivela tutta la maestria di un Roth quarantenne (lo scritto è del '73) alle prese con una puntuale analisi della personalità e della narrativa di Kafka che "lontano da Praga e dalla casa paterna, sembra essersi finalmente liberato dall'odio verso se stesso, dsai dubbi he lod ivoravano e dai sensi di colpa e conseguenti impulsi alla dipendenza e all'abnegazione, che per poco non l'hanno fatto ammattire nei due decenni precedenti" salvo vedersi tarpare le ali da un altro padre.. quello dell'amata Dora Dymant deciso a non lasciare che la figlia ventenne sposi un uomo che ha il doppio della sua età, consumato dalla malattia e prossimo alla morte. Ma la gioiosità si diceva prima di Roth sta nell'ipotizzare un finale alternativo, se così si può dire. Immaginare un Kafka che si trasferisce in America, un ebreo europeo sfuggito all'orrore dell'olocausto, i cui scritti quasi nessuno conoscee che insegna presso la sinagoga, catapultato in una tipica famiglia ebrea americana.. che tanto caratterizzerà la narrativa rothiana incentrata sul personaggio di Nathan Zuckerman. Pochissime pagine che non bastano a saziare la voracità dei lettori di Roth.

venerdì 24 giugno 2011

"Poesie d'amore" di Nazim Hikmet

Non si può non amare la poesia di Nazim Hikmet.. non si può non condividere la sua lirica. Impossibile non sentire su di sè, leggendo anche solo pochi versi, il peso di una vita di esule, combattente, idealista, depositario di una verità incontrovertibile: l'amore per la propria donna, e al tempo stesso trasmettere forza e paura, desiderio e gocce di sconfitta, speranza e immenso dolore.
Scrive al figlio Mehmet: "Non vivere su questa terra come un inquilino oppure in villegiatura nella natura, vivi in questo mondo come se fosse la casa di tuo padre, credi al mare al grano alla terra ma sopratutto all'uomo", o minimizza la sofferenza della prigionia dicendo "guardo la notte attraverso le sbarre e malgrado tutti questi muri che mi pesano sul petto il mio cuore batte con la stella più lontana", o parla alla sua donna "ti amo come se mangiassi il pane spruzzato di sale come se alzandomi la notte bruciante di febbre bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto" o ancora stringe il cuore rivelando che "quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto". Struggente.

lunedì 20 giugno 2011

"Cento sonetti d'amore" di Pablo Neruda

"Amare è un combattimento di lampi e due corpi da un solo miele sconfitti"
Impossibile non lasciarsi rapire dalle parole di Pablo Neruda, non lasciarsi incantare dai sonetti dedicati alla donna amata paragonata alla terra, ai ritmi della natura, in un parallelo crescente con le ore del giorno, dal sorgere del sole simile all'amore che nasce al mezzogiorno quando la passione divampa fino al tramonto in cui l'amore si quieta fino a perdersi con la notte.
Ma è un attimo e la malia di Neruda è fatale, inevitabile. Parole le sue cha aprono il cuore all'amore, alla vita. "..così ti amo perchè non amare che altrimenti che così.."

domenica 19 giugno 2011

"Una lontana follia" di Kate Morton

Milderhust Castle. 29 ottobre del 1941.
E' una notte di tempesta, ma né la pioggia battente né il buio fermano il cammino di Thomas Cavill verso il castello che si staglia maestoso all'orizzonte. Ad attenderlo la giovane donna che sta per sposare: Juniper Blythe, figlia del noto scrittore per l'infanzia Raymonde.
Eppure nei giorni a seguire nessuno avrà più notizie di Thomas, per l'esercito sarà un disertore, per la ragazza del castello l'ombra di un passato che tornerà a tormentarla giorno dopo giorno.
Londra. 1992.
A distanza di cinquant'anni Meredhit Burchill riceve una lettera inaspettata, inviata da Juniper Blythe, la giovane donna che assieme alle sorelle Saffy e Percy l'avevano accolta poco più che bambina come sfollata a Milderhust Castle. La meraviglia di una lettera sfuggita alla storia, gravida di un tempo rimosso getta la donna nello sconforto spingendo invece la figlia Edie a domandarsi quale segreto possa nascondere, quale legame possa stringere una tredicenne londinese nei dolorosi anni della seconda guerra mondiale ad una nobile famiglia misteriosa.
Tre anziane sorelle in un castello fatiscente, oscuri segreti imprigionati in pareti dai colori smorzati dal tempo, nelle voci che salgono dalla torre dove soleva scrivere Raymond Blythe, in giardini celati alla vista degli estranei, nel fossato di fango dove abitava il protagonista degli incubi dei bambini di mezza Inghilterra, quelli che avevano letto, amato e tremato scorrendo una copia de 'La vera storia dell'Uomo del fango' e le stesse che avevano ispirato quella triste storia, frutto di un segreto ancora più sconcertante.. non il solo che tre sorelle porteranno con sé nella tomba e che Edie scoprirà per caso rimettendo insieme i pezzi di una storia di famiglia, una storia di amore, sacrificio, vendetta e totale dedizione, una storia che paga un tributo immenso ad una lontana follia, quella di una notte 'buia e tempestosa'.
La Morton non ritrova nella scrittura la magia del suo secondo libro 'Il giardino dei segreti', usa e abusa della formula del doppio piano narrativo temporale e dell'espediente del ritrovamento di una lettera -che ingenera nella protagonista, qui una editor trentenne, il bisogno di indagare sul passato della madre con cui fatica a relazionarsi- per tessere una trama intricata che in più parti perde pezzi e si libera della sua macchinosità solo nelle ultime cento pagine quando inanella verità e confessioni che ripagano il lettore di tanta pazienza.

sabato 18 giugno 2011

"La bambina prodigio" di Nikita Lalwani

La diversità di una bambina costretta nel suo guscio di numeri.
L'incombente, distorto amore di due genitori.
Lo scontro tra le aspirazioni di una famiglia e i desideri di un'adolescente.
Un viaggio alla scoperta della fragilità dell'essere umano.
La scoperta del prodigio della normalità.

La recensione completa del libro della Lelwani è disponibile su:
http://www.box.net/shared/5avxzgpdlosj94h4fjif

domenica 12 giugno 2011

"Winter love" di Kay Rush

"Come si fa a sapere se si è innamorati?" chiede la sedicenne Heather alla nonna.
"Ti racconterò la storia di Kora.. la loro storia dimostra quanto sono importanti la fede, la speranza, la pazienza e il coraggio, che sono le colonne dell'amore, i ceppi che tengono accesso il fuoco della passione".
Kora e Ian. Tra gli alberi innevati delle montagne di Pointy Needles, il loro incontro sembra fatato. Fiocchi di neve su visi irradiati di luce. Tra loro subito passione, un riconoscersi vicendevole, un bisogno assoluto di riempire vuoti di affetto. Kora in fuga da Chicago, dalla morte della madre; Ian in fuga dalla vita spensierata, dal lavoro. Tre mesi di incanto e poi un improvviso distacco e un equivoco che li allontana.. forse per sempre.
Possibile che Kora abbia sognato tutto? Possibile che in tre mesi nessuno abbia chiesto all'altro un cognome, un indirizzo? Possibile che Ian si sia ingannato sull'amore della bella Kora? Possibile che l'atmosfera ovattata dell'inverno li abbia isolati dal mondo vero, dal reale?
In rotta con la propria coscienza, ammalata e stanca Kora, arrabbiato e autolesionista Ian i due smetteranno di credere all'amore salvo che..
"Per essere innamorati ci vogliono le palle. Devi avere il coraggio di abbattere le barriere che ti circondano. Dimenticare il passato e tutto il dolore che hai provato crescendo. Dimenticare quello che ti hanno insegnato i genitori. Quello che hai visto al cinema e tute le tue aspettative, per vivere fino in fondo. Amare l'altro senza paura è la cosa più difficile da fare".
Struttura narrativa estremamente semplice quella proposta dalla Rush, per una storia ispirata agli harmony. Il romanzo però non decolla mai davvero. Scialbo.

venerdì 10 giugno 2011

"La fine è il mio inizio" di Tiziano Terzani

"Se mi chiedi alla fine cosa lascio, lascio un libro che forse potrà aiutare qualcuno a vedere il mondo in modo migliore, a godere di più della propria vita, a vederla in un contesto più grande, come quello che io sento così forte".
Un padre dialoga con il figlio.
Sono Tiziano Terzari, giornalista e scrittore, e suo figlio Folco.
Accade all'Orsignana, negli ultimi mesi di vita di un uomo partito da un quartiere di periferia di Firenze per scoprire il mondo, alla ricerca della verità, del senso della vita salvo scoprirlo in se stesso. Mille quotidiane avventure, mosso da curiosità e dal bisogno di sapere, capire. Paesi stranieri, culture diverse, infinite possibilità di rapportarsi all'altro, farlo vicino. In mano, un taccuino, una macchina fotografica e un sorriso per trarlo d'impiccio da situazioni pericolose e situazioni grottesche.
Malato e stanco nel corpo che desidera lasciare.. Tiziano Terzari racconta di sè, della sua famiglia, della sua infanzia, del suo lavoro, dei suoi viaggi, della società e parla non solo a Folco ma alle generazioni future, a chiunque abbia spirito d'ascoltare parole semplici e sagge.
"La mia morte.. (ndr) Muoiono tutti. Lo dice bene il dio Krishna, tutto quello che nasce muore e tutto quello che muore nasce. Anch'io la fine la sento come un inizio. L'inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio".
Un libro da tenere sul comodino.. da leggere e rileggere. Illuminante.

sabato 4 giugno 2011

"Si sta facendo sempre più tardi" di Antonio Tabucchi

"Posso tollerare la menzogna, ma non sopporto l'imprecisione".
Lettere.. lettere scritte, solo immaginate.. lettere pensate di notte, lettere spedite.. lettere strappate.. lettere che affondano nell'emozione.. lettere struggenti, ironiche, ciniche, graffianti.. lettere indirizzate a donne amate, tradite, perse, lasciate, odiate ma sempre presenti in una memoria che annaspa nei ricordi, nelle sensazioni di un tempo smesso nelle pagine della storia, corroso dalle musiche che abbiamo amato, dai libri che abbiamo letto, dai viaggi che ci hanno aperto all'altrove che irrompe furtivo. Una narrazione virtuosa, erudita, evocativa, a tratti forzosa, ermetica ma che improvvisa, arriva al lettore incantato da una prosa che si fa veloce, piena, sensuale.

"Il gioco degli specchi" di Andrea Camilleri

Montalbano.. Montalbano.. che cammurria è questa?
Lasciarsi manovrare ad opera di una donna?
O da qualcuno in alto.. che lo muove come un pupo per fargli credere cosa che non è? Mmm.. bombe lasciate accanto a magazzini abbandonati, un rappresentante di pc che sembra svanito nel nulla, la di lui consorte nonché vicina di casa del commissario che pare una statua maliarda più che mai, a cui hanno manomesso l'auto, un amante geloso, un traffico di droga che divide famiglie mafiose, la tv locale decisa a delegittimarlo con uno scandalo sessuale e una pallottola vagante che ha centrato la sua vecchia auto. Non è proprio cosa per Montalbano di capirci qualcosa.. salvo lasciarsi vincere dall'intuizione buttata lì da un vecchio film di Orson Welles 'La signora di Shanghai' e come in un gioco di specchi riflette la propria immagine fino all'originale.. così per la verità di un caso che lascia morti per strada e minaccia rappresaglie. Col fidato aiuto dell'intera sua squadra.. Fazio, Augello, Gallo e un Catarella chiamato ad agire sul campo.. Montalbano dipanerà il mistero.

giovedì 2 giugno 2011

"Il magnifico Spilsbury ovvero gli omicidi delle vasche da bagno" di Jane Robins

Straordinario romanzo quello della Robins. Interessantissimo. Un mix di narrazione, cronaca, saggio, divulgazione scientifica, affresco socio-politico, giornalismo.. corredato per una volta da una accattivante veste editoriale per i tipi solitamente sobri della Einaudi.
Siamo in Inghilterra, agli inizi del XX secolo.
"Nel 1910, in Gran Bretagna, le donne superavano ormai gli uomini di oltre mezzo milione e sul mercato matrimoniale cominciava a dilagare il panico. Secondo le riviste popolari, all'età di ventitrè anni una donna doveva essere già fidanzata; a ventisette aveva ben motivo di disperare riguardo alle sue prospettive matrimoniali; a trenta meglio accantonare del tutto ogni speranza". Sulle riviste fioccano gli annunci matrimoniali, per questo non è improbabile che giovani donne indipendenti economicamente e di buona famiglia ma sole e forse rassegnate al nubilato si lascino attrarre dalle gentili e romantiche parole di un uomo prestante, fascinoso, determinato.
E' il caso di Bessie Mundy, trentatre anni; dell'infermiera Alice Burnahm, di Margaret Lofty. Tutte donne sole, con una propria dote, in là con gli anni per sperare nel matrimonio e invece spose.. spose contro il benestare di familiari e amici, contro lo stesso buon senso, spose all'improvviso dolci e remissive, pronte a far testamento il giorno stesso delle nozze verso il marito, spose accomunate da un triste destino: la morte per annegamento in una vasca da bagno a pochi giorni dalle nozze. Incidenti, nulla più. Per tutte una breve inchiesta, poche formalità e un funerale economico, nessuna lacrima versata. A distanza di un paio di anni dagli eventi, sospinti dalle denunce dei parenti e attratto da un breve ritaglio di giornale, l'ispettore Arthur Neil investiga coinvolgendo Scotland Yard nell'inchiesta più lunga e onerosa del tempo. Il risultato pare agghiacciante: responsabile della morte delle tre donne e di decine di truffe e finti matrimoni un uomo all'apparenza comune: George Joseph Smith.
Mentre il cielo di Londra viene oscurato dalla presenza ostile degli Zeppelin tedeschi e la prima guerra mondiale travolge l'Inghilterra comincia il processo a George Smith. A curarne la difesa un principe del foro: Edward Marshall Hall la cui oratoria, la cui straordinaria enfasi e mimica affascinavano l'Inghilterra intera abituata a leggere le cronache giudiziarie come fossero romanzi d'appendice. A deciderne la colpevolezza un uomo che con le sue conoscenze professionali avrebbe impattato sui processi diventando un fido collaboratore degli investigatori: il dottor Bernard Spilsbury, non a torto considerato padre della medicina legale e straordinario perito giudiziario. Saranno le sue ricerche di laboratorio, le sue indiscutibili doti di anatomopatologo, le sue osservazioni e la sua logica a consacrarlo protagonista del suo tempo, a valergli il plauso delle autorità pubbliche, della gente comune che in lui arrivò a vedere un eroe moderno capace di inchiodare con un piccolo campione di sangue un assassino.
George Joseph Smith venne condannato a morte per impiccagione, era il 13 agosto 1915. Eppure: "come avesse fatto ad annegare delle donne nella vasca da bagno senza che nessuno se ne accorgesse andava inevitabilmente oltre le dinamiche delle circostanza e sconfinava nella piscologia".

"Ritorno a Riverton Manor" di Kate Morton

"Alcuni chiamano incoscienza quello che altri chiamano ardore".
Inghilterra. Riverton Manor. I fuochi d'artificio illuminano la notte del solstizio d'estate del 1924. Mentre gli ospiti danzano, brindano, ridono, poco in là, nei pressi del lago della tenuta, un uomo si toglie la vita. E' il giovane poeta Robert Hunter. Ad assistere alla sua morte le sorelle Hartford, Hannah ed Emmeline.
Ma cosa è accaduto davvero a Riverton Manor? Robert Hunter si è davvero suicidato? Come mettere a tacere uno scandalo destinato a scuotere il mondo aristocratico londinese se le due sorelle, dopo quella terribile notte, cesseranno di avere rapporti tra loro? Chi era davvero Robert Hunter? Quali sentimenti lo legavano alle sorelle Hurtford?
A distanza di più di settant'anni, complice una giovane regista, qualcuno ricorderà Hannah, Emmeline, Robert e la vita a Riverton Manor.. lunghi anni trascorsi ad osservare dall'esterno le vite di giovani rampolli di un'aristocrazia destinata a soccombere sotto il peso della prima guerra mondiale e di una radicale trasformazione della società. Il suo nome è Gracie. Cameriera a Riverton Manor e testimone di eventi che segneranno per sempre la sua vita trasformandola in quella di una donna leale e tenace, capace di serbare fino alla morte segreti inconfessabili.. finanche quelli legati alla morte di Robert Hunter in una notte di inizio estate.
Un romanzo carico di atmosfere decadenti, una saga familiare, una puntuale ricostruzione storica, un plot drammatico che richiama i feuilleton ottocenteschi, il fascino misterioso di una vecchia dimora storica, sentimenti repressi, torbide passioni e dolorose rinunce. Protagoniste femminili tratteggiate con impeto e partecipazione con una scrittura complice ed evocativa.