mercoledì 29 settembre 2010

"La passione" regia di Carlo Mazzacurati

La solita Italietta di oggi.. ecco quella dipinta da Carlo Mazzacurati ne 'La passione', storia di un regista incapace di produrre un soggetto buono da ben cinque anni, pressato da un produttore la cui unica forma di amore è quella verso il proprio cane, bistrattato dall'attricetta di fiction di turno, assurta agli onori delle cronache per meriti inspiegabili, che ignora persino cosa racconti "Histoir d'O", ricattato dai maggiorenti di un paesino della provincia toscana talmente fieri del concetto di 'comunità' da guardare con sospetto chiunque non si dimostri integrato. Di mezzo la rappresentazione della via crucis, e forse la redenzione di un uomo spinto ad accettare i propri fallimenti dall'esempio straordinario di chi presta aiuto al prossimo senza alcuna pretesa come l'ex ergastolano che finisce per vestire i panni di Gesù, o la barista polacca che continua a sorridere sebbene abbia il cuore a pezzi per un amore finito, o il giovane figurante che ammonisce la gente ad avere rispetto per chi in quella rappresentazione ha messo anima e corpo.
Eppure la narrazione di Mazzacurati non convince del tutto. Il soggetto non è originale e lo stesso finale lascia perplessi, con un senso strisciante di inadeguatezza verso l'atteggiamento del protagonista.
Buone le caratterizzazioni, strappa qualche battuta Guzzanti, riuscite le mimiche facciali di Silvio Orlando ma a farla da padrone è la prova di Battiston, intensa.

sabato 25 settembre 2010

"La figlia di Jane Eyre" di Elizabeth Newark

Sempre più in auge, il pastiche letterario (per il tramite dell'imitazione di genere la riproposizione di ambienti, personaggi, temi già conosciuti) trova ne 'La figlia di Jane Eyre' uno degli esempi più riusciti. Elizabeth Newark imbastisce una storia avvincente e credibile che cattura sin da subito l'attenzione del lettore avvolgendolo nelle atmosfere tanto care alla Brontë.
Janet è la secondogenita dei coniugi Rochester, cresciuta nel mito del padre, parzialmente in soggezione nei confronti della madre, poco avvezza a mostrarle apertamente affetto, di cui però è profondamente orgogliosa.
Come non esserlo di una donna così determinata, fiera della propria integrità morale, attraversata sin da piccola dall'anelito di libertà e capace di una passione sincera e ardente per il marito, unione contrastata ma voluta a dispetto della comunità e di un inquietante passato?
La vita di Janet scorre tranquilla, tra le adorate corse a cavallo e le ore passate a leggere, anche i diari segreti della madre. Un'adolescenza la sua, imbevuta di storie e sogni accennati. Fino ai sedici anni..
Un giorno i genitori comunicano a Jane l'intenzione di viaggiare in compagnia del primogenito Oliver, tornare in Jamaica, per chiudere i conti con il passato e tacitare i rimorsi di coscienza. Affidata alla cura di due tutori, spinta a frequentare una scuola per signorine in quel di Londra, Jane ha modo di maturare, completare la sua educazione e fare vita di società: conversazione, balli, i primi timidi corteggiamenti, come pure sfoggiare il proprio carattere indomito che tanto la spinge a somigliare alla madre Jane.
Ospite del colonnello Dent in quel di Highcreast in attesa del ritorno dei suoi familiari, Jane fa la conoscenza del giovane Roderick Landless la cui somiglianza con il padre la spinge a soffocare il timore -sostenuto da mille pettegolezzi- che sia suo parente, forse un fratellastro.
Ma come costringere il cuore a rinnegare un sentimento forte e sconosciuto che la spinge ad aver fiducia in Roderick? Come tener testa all'orgoglio del colonnello Dent che la vorrebbe solitaria e silenziosa presenza nella sua casa? Come sfuggire al fascino ambiguo di Sir Hugo Calendar che ha affittato Thornfield Hall e vorrebbe diventarne padrone adombrandole l'inquietante possibilità della morte dei suoi genitori di cui non si hanno notizie da mesi? Chi si aggira nell'ala orientale di Highcreast a cui Janet non ha accesso? Possibile che come a Thornfield Hall per sua madre Jane anche ad Highcreast un oscuro e misterioso segreto rischia di compromettere il suo futuro, la sua felicità?
Non è da Janet lasciarsi dominare dalla paura. Determinata ad essere padrona della sua vita, ad esser degna di sua madre, Janet costringerà se stessa e gli altri ad affrontare le ombre del passato per arrivare alla verità e alla meritata felicità.
"Amare qualcuno con devozione significava volerlo accanto, volerlo sempre vicino; scambiarsi mille piccole carezze ogni giorno, lasciare che le dita si cerchino, le braccia si sfiorino, che le parole vengano pronunciate sotto voce e con dolcezza perchè, anche in una folla, sono destinate a una persona sola".
Pur privo del pathos orginale e fortemente espressivo della scrittura della Brontë, la Newark tiene testa all'arduo compito di proseguire una delle storie più amate della letteratura anglosassone confezionando un intreccio accattivante. Piacevole intrattenimento, e questo è già un buon risultato.

"La foglia grigia" di Alessandro Cannevale

1877. Italia post-unitaria. Perugia.
I cadaveri di due donne, orrendamente mutilati, vengono ritrovati a poca distanza l'uno dall'altro in un fossato. Ufficialmente incaricato delle indagini l'ispettore Verbasco, ex combattente, uomo inviso ai maggiorenti della città ma protetto dalla fraterna amicizia del nobile Santafonte con cui ha diviso gioie e dolori, battaglie, ideali e viaggi avventurosi.
Ma a seguire il caso vi è anche un uomo dei servizi segreti, il colonnello dei carabinieri Boeris, certo che il modus operandi legato ai due assassini rimandi a un caso occorso in quel di Genova vent'anni prima, là dove era stata accertato il coinvolgimento di nobili, massoni, militari, esponenti di spicco della società, della nuova classe politica italiana, ebbri di potere, sfacciatamente ricchi.
Sospettosi l'uno dell'altro Verbasco e Boeri concordano sul ruolo di una setta di fanatici, streghe e inconcludenti ladruncoli incaricati di liberarsi di cadaveri.. tanti, tutte di giovani donne, brutalmente seviziate spinti ad agire sotto l'effetto di una potente sostanza allucinogena, una strana pianta detta 'la foglia grigia'.
Ad un passo dalla soluzione del caso per Verbasco l'inquietudine nel dover dubitare di chi si ama, perchè la verità è legata al sacrificio della persona da cui mai avrebbe pensato d'esser tradito.
E intanto Perugia si appresta ad ospitare il poeta Carducci..

Un buon giallo l'esordio del magistrato Alessandro Cannevale, che gode di una scrittura chiara e attendibile storicamente, pur se venata da qualche forzatura di registro. L'idea che se ne ricava però è di un romanzo un pò pretenzioso, deciso a riproporre uno schema narrativo di successo con un finale affrettato quanto improbabile.

venerdì 24 settembre 2010

"Mangia prega ama" regia di Ryan Murphy

"Mangia prega ama"? Benvenuti nella fiera delle ovvietà e degli stereotipi. Il tutto propinato per più di due ore e senza un perchè se non l'illusione di fagocitare lo spettatore nella vita della protagonista Liz in cui dovremmo o potremmo rispecchiarci tutti noi figli di un occidente perennemente insoddisfatto, dove l'equilibrio personale è un'illusione o lo è la maturità, la consapevolezza dolorosa di dover prendere ogni tanto decisioni che fanno male a noi stessi e/o alle persone che ci sono vicine.
Così se c'è chi trova o ritrova se stesso nella passione che mette in un hobby piuttosto che nel lavoro (pochi fortunati), nella famiglia, nella religione, nello sport e negli amici (quanti i patiti della partitina di calcetto del venerdì sera?) c'è invece chi come l'americana Liz (una Julia Roberts meno spigolosa del solito) sente il bisogno di andare più a fondo nel proprio disequilibrio personale, una accesa malinconia che va curata riprendendo contatto con ritmi quotidiani più lenti, che consentano non solo la percezione di quel che si fa ma una studiata ricercatezza, una sorta di piacere nascosto negli atti minimi che diamo per scontati: così la scoperta del cibo, e poi della nostra anima in un perdonare se stessi per sentirsi liberi di aprirsi nuovamente con fiducia e generosità al prossimo. Il cammino però è più complicato di quel che sembra tanto più se a rimescolare le carte del destino è un tipo fascinoso (nel film Javier Bardem) pronto a rischiare tutto in una storia d'amore con la A maiuscola.
A dispetto della Roberts il film non convince per niente.

mercoledì 22 settembre 2010

"I sentieri del cielo" di Luigi Guarnieri

La Calabria.
Una terra presa e usata da greci e romani, arabi e normanni, svevi e angioini fino allo stato italiano. “Tutti famelici come battaglioni di locuste, tutti nocivi come una malattia mortale”.
La caccia ad un pericoloso brigante.
La ferrea determinazione di un militare:“Io voglio la testa di Boccadoro. E sono pronto a togliere di mezzo chiunque tenti di sbarrarmi la strada”.
Più incisiva di una pagina di storia.

Per scaricare la rec. n. 273 cliccare qui: http://www.box.net/shared/0ea1duzofp

domenica 19 settembre 2010

"Una sposa conveniente" di Elsa Chabrol

Un piccolo paese di campagna. Un gruppo di poche case. Una decina di abitanti.
La più anziana e intrepida: Juliette, 101 anni, un mese e quattro giorni tutti trascorsi lì a Pouligeac; un occhio alla strada e ai vicini dal balcone, e da qualche tempo, un occhio alla lapide che tiene in salotto, per rimirare quello che di lì a breve non vedrà più. Memoria storica del paese, coriacea vecchietta dall'intelligenza viva, personalità briosa in un contesto sociale spento dalla sparuta presenza di pochi anziani, tutti straordinari personaggi quanto la Juliette e dai soprannomi sorprendenti quanto le loro eccentriche abitudini quotidiane: Robert, detto il Petoso, Franz il Crucco, Martine la Svampita, Léonie la Talpa decisa dall'alto dei suoi ottantasette anni a non morire vergine!! e ancora Ernest, Aurelié e la Vispetta, il Ripolin e poi il giovane Pierrot, tuttofare del paese.
Proprio Pierrot riaccende il paese addormentato mettendo in ansia i suoi anziani abitanti, deciso com'è, dopo la morte della madre malata a lasciare il paese per andare in città e coltivare il sogno di metter su famiglia.
Sgomento! Tradimento! Panico!
Chi andrà a fare la spesa al paese vicino? Chi rimetterà a posto i guasti nelle case di tutti? Chi chiamerà il medico? Chi aggiusterà l'antenna della tv della Vispetta?
Insomma come sopravvivere senza Pierrot?
Nessun sostituto, nessuna alternativa a meno di realizzare proprio lì a Pouligeac il sogno di Pierrot. Sì, trovargli moglie..
In un guazzabuglio ironico, graffiante e divertente fatto di cospirazioni, segreti e compromessi storici, intrepidi nemici di una vita collaboreranno per il bene comune rivelando l'autentica umanità di uomini e donne inaspettatamente pronti ad aprire il cuore per dare e ricevere affetto.
Un romanzo davvero divertente e un personaggio -quello di Juliette- indimenticabile..

sabato 18 settembre 2010

"I sogni perduti delle sorelle Brontë" di Syrie James

Charlotte, Anne ed Emily Brontë ovvero le autrici di classici senza tempo quali 'Jane Eyre', 'Agnes Grey' e 'Cime tempestose' raccontate dalla penna della stessa Charlotte.. o meglio così ci propone l'americana Syrie James che realizza una bio-novel credibile ed emozionante capace di mettere in luce, sfrondate da inutili amenità, la personalità delle tre sorelle, ognuna a suo modo complessa, e di regalare un quadro d'insieme della loro vita quotidiana tutt'altro che lineare e semplice da cui attingere spunti e riferimenti per la stesura delle loro opere. Così l'esperienza di studio prima e di insegnamento all'estero di Charlotte e l'incontro con l'insegnante belga che avrebbe ispirato direttamente e indirettamente tutti i personaggi maschili delle sue opere, l'assoluto riserbo di Emily, la pacata eppure tenace determinazione di Anne, la malattia del loro anziano padre, la dolorosa propensione all'alcool del fratello Branwell, la vita di campagna, le passeggiate all'aria aperta, la passione per lo scrivere, la volontà di tutte di aspirare all'indipendenza, i tristi ricordi d'infanzia e poi per Charlotte, sopravvissuta a tutti dopo una tragica stagione di dolore l'osteggiato, inatteso amore celato dietro il volto del reverendo Nicholls.
Pagine emozionanti che spingono a rileggere le opere delle sorelle Brontë, certe di capire qualcosa di più del loro mondo intimo.

domenica 12 settembre 2010

"Il prezzo della vittoria" di Diana Gabaldon

Chiedo venia ai lettori del blog.. ma "Il prezzo della vittoria" non mette la parola fine alla saga ideata qualche anno fa dall'americana Diana Gabaldon come citato nell'ampio post del 19 luglio scorso dedicato alla serie 'Outlander' ( http://lestanzedialba.blogspot.com/2010/07/da-la-straniera-destini-incrociati-i_19.html ).
La casa editrice Corbaccio ha fiutato ormai da anni l'affare e continua a proporre le opere della Gabaldon divise in due tomi che pubblica a breve distanza l'uno dall'altro -non più di due mesi- così da tenere desta l'attenzione degli appassionati alla storia di Claire e Jamie Fraser.
Siamo dunque ancora fermi negli Stati Uniti al tempo della guerra d'indipendenza: l'esercito inglese in lotta contro i 'ribelli' americani. Nuovi personaggi si mescolano ai vecchi, vedi il dottor Hunter e sua sorella Rachel, oggetto d'amore del giovane Ian. Jamie e Claire torneranno in Scozia e saranno subito costretti a dividersi. Claire dovrà tornare in America per curare il nipotino Germaine, Jamie dovrà assistere impotente alla morte del cognato. Intanto intorno a loro cospirazioni, tradimenti, oscure vendette, alcune familiari tacitate col perdono e un gruzzolo di danaro, altre così inquietanti da compromettere i destini della storia ufficiale.
E ancora.. nel XXI secolo una presenza dal passato scuote la tranquillità di Brianna e Roger eppure il pericolo oscuro giunge dal presente, da una persona creduta amica..
Per farla breve dovremo attendere ancora qualche anno per leggere la parola fine alla saga della Gabaldon!

venerdì 10 settembre 2010

"Mutandine di chiffon" di Carlo Fruttero

Ricordi e memorie di un protagonista del panorama editoriale italiano: Carlo Fruttero ovvero traduttore, collaboratore per diverse casi editrici nazionali, giallista di successo e valore. Brevi scritti apparsi nel corso degli anni su riviste e quotidiani, raccolti per raccontare un pò di più sul versante privato, e non solo professionale, del grande Fruttero. Dall'infanzia a Torino alla passione bruciante per la lettura, dagli anni felici a Parigi all'incontro con Lucentini, dalle figure tratteggiate di scrittori illustri e valenti critici alle pagine tenere dedicate ai figli e ai nipoti.
Un libro agile, piacevole, elegante.
"..ero arrivato alla massima pluralità democratica. Nessuno era più importante o più trascurabile di nessun altro"
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lunedì 6 settembre 2010

"Giustizia. Il nostro bene comune" di Michael Sandel

Un docente universitario: Michael Sandel. Un corso: Introduzione alla filosofia politica e morale. Un luogo simbolo: Harvard. Un gruppo di studenti affabulati dal discorrere di giustizia e della sua applicazione nella società contemporanea. Interrogativi su temi etici e sul ruolo della politica.
Un libro determinante, una serie di riflessioni ineludibili.
Un docente che tutti gli studenti, e non solo, amerebbero ascoltare.

"Per Aristotele la politica si occupa di qualcosa di più elevato: imparare a vivere una vita buona. Il fine della politica è niente meno che consentire alla popolazione di sviluppare le capacità e virtù caratteristiche dell'essere umano: imparare a deliberare per il bene comune, acquistare saggezza pratica, condividere le responsabilità dell'autogoverno, prendersi cura del destino della comunità nel suo complesso".
Ora guardiamo ai protagonisti della scena politica nazionale e locale. E iniziamo a riflettere.. ahimè sgomenti!

giovedì 2 settembre 2010

"Il giardino dei segreti" di Kate Morton

"Non devi aspettare he qualcuno venga a salvarti. Una ragazza che aspetta di essere salvata non imparerà mai a salvarsi da sola. E quand'anche ne avesse i mezzi, non troverebbe comunque il coraggio di farlo. non aspettare figlia mia. trova il coraggio, impara a contare solo su te stessa".
Siamo in una località costiera dell'Australia. Maryborough. E' il 1913 e una bimba di quattro anni se ne sta ferma accanto alla sua valigetta bianca al porto. Sembra sbucata dal nulla. Non sa dire il suo nome, non sa se qualcuno la cerca. Ma è impossibile che così non sia. Chi lascerebbe sola in terra straniera una bimba così piccola? Il capitano del porto non ha che da portarla con sé, averne cura fino a che qualcuno la reclamerà.. tranne che nulla accade e a quello scricciolo di bimba lui e sua moglie finiranno per affezionarsi al punto da cambiare città per non destare sospetti, per farne la figlia tanto attesa e così separarla da chi -con una lettera- ne denuncia la scomparsa nei porti di mezzo mondo.
Solo alla maggiore età la piccola -ribattezzata Nell- saprà di non appartenere alla famiglia che sino a quel momento credeva sua e solo alla morte del padre adottivo sarà in grado di cominciare le ricerche per scoprire la sua identità. La piccola valigetta bianca sarà il passaporto per il suo passato: un vestitino, dei disegni, un libro di fiabe e un nome, quello dell'autrice Elisa Makepeace.
E' il 1975, Nell ha più di sessant'anni, pensa di lasciarsi l'Australia alle spalle per ricominciare dalla Corvaglia, da uno spicchio di mondo avvolto nel mistero come il Cliff Cottage -testardamente acquistato- lungo il promontorio e il suo giardino segreto, ad un passo da una verità a cui anela da tempo ma qualcosa.. o meglio l'arrivo di qualcuno le impedisce di tornare alla terra che la reclama.
L'imprevisto ha un nome e il faccino curioso della nipotina Cassandra, abbandonata da una madre decisa a rifarsi una nuova vita altrove.
Sarà Cassandra trent'anni dopo, a riannodare i fili del passato.. a riportare in vita il giardino segreto, ad inoltrarvisi con determinazione.. riappropriandosi non solo delle sue origini ma di una vita spezzata dalla perdita del marito e del figlioletto.
"Devi basare la tua vita solo su ciò che hai, non su quello che ti manca".

Ogni tanto l'editoria straniera ci regala un buon libro, una storia minima e struggente incentrata su un segreto, di quelli che consumano gli animi, scuotono le famiglie, spingono a decisioni inconsuete. Tutto per amore.. declinato nelle sue sfaccettature: passionale, filiale, amicale, familiare e nelle sue alterazioni: ossessione, gelosia, morbosità, odio.
La scrittura della Morton è trascinante, l'alternarsi dei piani temporali e delle protagoniste, Eliza, Nell, Cassandra strettamente legate tra loro, è pazientamente incastrato con una attenta descrizione della società del tempo -siamo a cavallo tra XIX e XX secolo- e una convincente tessitura caratteriale delle stesse protagoniste, tutte a loro modo dalla forte personalità, su tutte Eliza. A impreziosire e spiegare l'evolversi naturale della storia le favole di Eliza Makepeace, piccole gioie in un romanzo che ha il pregio di leggersi tutto d'un fiato e di celare proprio come le favole di una volta una propria 'morale', un messaggio speciale ai lettori.
Dire di più priverebbe il lettore della gioia di perdersi nella storia proprio come nel giardino segreto nella tenuta di Blackhurst..