domenica 29 novembre 2009

La strada di Smirne

E' un'emozione dolente quella che coglie il 'lettore paziente' de 'La strada di Smirne' a cui l'autrice si rivolge. Dopo 'La masseria delle allodole' Antonia Arslan torna a raccontare le storie di Shushanig e dei suoi figli scampati allo sterminio armeno ad opera dei nazionalisti turchi e dell'esilio forzato dei sopravvissuti. "Nessuno è più tornato" e quanti tentarono furono condannati nell'incendio di Smirne. Un tragico epilogo quello che racconta la Arslan per tutte quelle persone dal destino incompiuto che ancora oggi reclamano attenzione e qualcuno che dia loro voce. La Arslan ci riesce perfettamente.

sabato 28 novembre 2009

L'odore dei libri

Da 'Vanity Fair': Sarà l'odore a salvare i vecchi libri custoditi nelle biblioteche. I chimici del Dipartimento patrimonio culturale dell'Università di Londra si sono trasformati in 'sommelier' e ne hanno 'annusati' 72. Di che cosa sanno? Di 'note erbacee con un sapore di acidi e un pizzico di vaniglia su una nuffa di fondo'. Dopo aver individuato questa base comune, hanno scoperto che un libro che invecchia può emettere centinaia di gas diversi. Li hanno catalogati e li useranno come 'marcatori di degrado', per capire quali sono i libri più vicini al disfacimento.

Jane e il segreto del medaglione

L'americana Stephanie Barron ha trasformato la leggendaria scrittrice inglese Jane Austen in personaggio per una serie di detective-story molto affascinanti. 'Jane e il segreto del medaglione' è la terza avventura con la Austen protagonista questa volta di un'indagine che rischia di coinvolgerla direttamente. Ad una festa in costume mentre gli attori di una famosa compagnia teatrale si esibiscono viene ucciso un uomo che veste la maschera di un arlecchino. Jane aiuterà la famiglia del sospettato dell'atroce delitto a provarne l'innocenza. Intanto il Natale incalza, sì pure il ventottesimo compleanno di Jane la cui reputazione rischia di essere mandata in frantumi proprio dall'amicizia con Lord Trowbridge, zio dell'accusato. Chi è davvero il colpevole, quale segreto cela il misterioso e prezioso medaglione rinvenuto sul corpo del cadavere e chi sembra disposto a tutto per eliminare i testimoni del delitto, compresa la stessa Jane? Un giallo colto e originale preziosamente riuscito. (http://www.stephaniebarron.com/index.html)

domenica 22 novembre 2009

Chi sostiene il fondamentalismo islamico non può chiamarsi cittadino d'Europa

Questo e altro scrive Ayaan Hirsi Ali, di origine somala ma naturalizzata olandese, scrittrice, sceneggiatrice e deputato nelle file dei socialdemocratici di cui è noto l'impegno nelle campagne per la difesa dei diritti umani.
Da un suo articolo pubblicato recentemente su Vanity Fair, Ayaan Hirsi Ali dice che per non vivere nella paura del fondamentalismo bisogna contrattaccare: "E abbiamo tre strumenti per farlo (...) In primo luogo bisogna lanciare una campagna culturale contro il fondamentalismo islamico, che passi attraverso i libri, il cinema, i giornali. Questo compito spetta ai cittadini, non ai governi. Che invece, e questo è il secondo punto, devono cambiare le regole della cittadinanza: in troppi diventano cittadini europei senza capire che cosa significhi esserere cittadino europeo, cioè senza conoscere e rispettare i valori del Paese che li accoglie. Serve un contratto scritto tra l'individuo e lo Stato: se lo rompi perdi la cittadinanza. La religione deve restare un affare privato, mentre vanno studiati la lingua, i valori, le tradizioni locali. Per diventare italiano, per esempio, devi conoscere la Costitzione italiana e promettere di rispettarla. Infine, e qui mi rivolgo all'Europa, è necessaria una politica dell'immigrazione comune a tutti i Paesi membri: regole uguali per tutti per stabilire se un immigrato è legale o illegale, per accettarlo o meno". (...) "L'Islam radicale insegna: 'segui le orme del profeta Maometto'. Io rispondo "Segui le orme della tua coscienza, come individuo sei sempre responsabile delle tue azioni".
Dopo aver ricevuto una fatwa con condanna a morte per aver firmato la sceneggiatura del cortometraggio di Theo van Gogh -il regista ucciso nel 2004 da un fondamentalista islamico- Ayaan Hirsi Ali oggi vive negli Stati Uniti come rifugiata.

Il peso della farfalla

Forse non sarò obiettiva quando parlo di Erri De Luca ma lasciatemi dire che il suo ultimo libro è un concentrato di scrittura perfetta. Parole mai lasciate al caso, una struttura narrativa semplice che buca l'animo del lettore. Nel rapporto tra un camoscio e un cacciatore ne 'Il peso della farfalla' c'è tutta l'imperfezione dell'umanità, la potenza della natura, la verità dell'esistenza.
"Un uomo è quello che ha commesso. Se dimentica è un bicchiere messo alla rovescia, un vuoto chiuso".

sabato 21 novembre 2009

Chi ha ucciso Sarah?

In mezzo a tanti thriller storici dal roboante successo internazionale un buon romanzo, un piccolo giallo che si trasforma in riflessione sociologica non guasta. Tanto più se il narratore è il valente Andrej Longo -già molto apprezzato in 'Dieci'- che nella sua Napoli racconta dell'indagine sulla morte sospetta di una ventenne di buona famiglia, Sarah. A trovarne il corpo in una caldissima giornata di agosto è un giovane poliziotto che sulla morte di quella coetanea non smette di interrogarsi fino all'imprevedibile soluzione del caso. In una città svuotata di gente e illusioni, le riflessioni di un giovane spinto a guardare con rigido disincanto al labile confine tra bene e male, mentre l'indifferenza, l'ignobile pochezza si insinua nelle case della presunta gente perbene. 'Chi ha ucciso Sarah?' di Andrej Longo (edito da Adelphi) è un libro da regalare e regalarsi.

giovedì 19 novembre 2009

Gli abbracci spezzati

L'ultimo film di Almodovar 'Gli abbracci spezzati' è un piccolo gioiello di narrazione cinematografica e un omaggio al buon vecchio cinema. Smesse le passionalità di film passati (Volver) Almodovar racconta di un uomo diviso a metà, della sua vita prima e dopo un incontro e un incidente che ne segneranno l'esistenza. L'uomo è il regista Mateo Blanco, perso d'amore per la bella Lena (Penelope Cruz) legata ad un ricco e anziano industriale, Ernesto Martel, geloso di lei fino all'ossessione. La storia precipita quando Lena decide di fuggire da Martel, giunto a picchiarla, perseguitarla per legarla a lei. Per amore di Lena, Mateo non si occuperà del montaggio del film che li ha fatti incontrare e che lui le ha quasi cucito addosso, lasciando che il produttore, lo stesso Martel, ne faccia ennesimo strumento per torturarli. Mateo e Lena vivranno la loro breve stagione di amore per certi versi presaghi della separazione che presto verrà. Un incidente, la morte di Lena e la cecità per Mateo che segnerà la fine della sua carriera da regista. Mateo è morto con Lena per lasciare spazio ad Harry Caine, lo scenggiatore, il narratore di storie deciso a vivere come se anche il cuore avesse smesso di vedere, percepire l'amore, quello assoluto ad esempio della collaboratrice di sempre, Judit e di suo figlio Diego che lo assiste nel lavoro e che ricostruirà con lui la sua storia con Lena, tornando al passato di dolore che può però riservare molte sorprese e anche una sfida, quella di dare nuovamente voce e forma alla bella Lena, sullo schermo come nei ricordi di quanti l'hanno amata, mentre scorrono le immagini di un film che Harry Caine non vedrà mai ma che Mateo ha impresso nel cuore. Un film spiazzante per la forza emotiva che sprigiona immagine dopo immagine che è anche consapevole contributo di studio per quanti volessero imparare cosa davvero è la cinematografia: inquadrature, scenografie, colori, costruzione dell'azione scenica, scrittura per immagini. Almodovar si conferma un talento indiscusso del cinema mondiale.

domenica 15 novembre 2009

"Il simbolo perduto"

Parafrasando il titolo.. l'occasione perduta, quella di Dan Brown di convincere il lettore delle sue doti immaginative (sulla scarsa qualità della sua scrittura invece non avevamo dubbi). L'ultimo corposo libro dell'autore del plurivenduto 'Il codice Da Vinci' delude le aspettative. 'Il simbolo perduto' racconta l'ennesima avventura in cui si trova invischiato il professor Langdon, esperto in simbologia, in quel di Washington questa volta e al cospetto della massoneria, dei poteri forti e di un fanatico del tutto fuori di testa. Tanti e poco risuciti i tentativi di rifarsi al fortunato 'Il codice Da Vinci', pochi barlumi di originalità, scrittura per certi tratti piatta e tutt'altro che coinvolgente. Non sale la suspence nemmeno quando al lettore Brown vuol dar da bere la morte di Langdon! Sì e quando l'uccide Brown la sua gallina dalle uova d'oro? Che dire.. speriamo che il prossimo film dell'ormai collaudata coppia Howard-Hanks (in produzione nel 2012) restituisca qualche emozione. Per il resto Brown appare più divulgativo del solito.. con in più uno spot turistico d'eccellenza per la bellissima Washington!

sabato 7 novembre 2009

La morte e la primavera

Ne 'La morte e la primavera' Mercè Rodoreda si esprime in una favola oscura dove tutto è espressione di dolore, di inspiegabile e tormentato anelito di morte. Difficilmente classificabile, il romanzo che più l'autrice catalana amò, al punto da scriverlo e riscriverlo più volte nell'arco della vita, finisce per inchiodare il lettore in una lettura convulsa e inquietante perchè sfiorando il fantastico ci si ritrova a peregrinare per boschi dove ogni albero si fa tomba per un uomo la cui anima si impedisce che fugga via con una colata di cemento nella gola in un rito macabro di morte che si fa evento collettivo in un paese dove la vita stessa è un incongruo stato d'essere e dove a dispetto di tutto un giovane cerca l'amore prima di sprofondare nel delirante abisso più cupo.

domenica 1 novembre 2009

Il diario perduto di Jane Austen

Ammetto la mia totale passione per la Austen. Sin da ragazzina mi tuffavo nelle sue storie, immedesimandomi nelle sue eroine, su tutte la mitica Elisabeth Bennet. Per questo ogni qual volta in libreria mi imbatto in una storia che si rifà alla Austen vado in brodo di giuggiole. Questa volta a cimentarsi con una parziale biografia dell'autrice inglese è Syrie James che accredita le sue fonti nel ritrovamento di lettere e scritti della Austen. Poco importa che nelle ultime pagine, ovviamente, lei stessa dichiari di aver inventato tutto o quasi, quel che di vero o verosimile c'è nel romanzo è la ricostruzione di quella che deve essere stata la vita di Jane Austen dopo la morte del padre. Tanto più che la James cerca di rispondere ad un interrogativo comune: come poteva parlare così bene di passioni, corteggiamento e innamoramento una donna che non aveva mai conosciuto l'amore? Ma è davvero stato così? E quanto della vita di ogni giorno ha ispirato i personaggi e le ambientazioni dei suoi famosi romanzi? Chi si celava davvero dietro il personaggio di Fitwilliam Darcy? Un libro che non dà risposte ma illumina i cuori di quanti amano la Austen e null'altro chiedeno se non di perdersi per un'ora o due nel suo mondo.
"Le donne povere non possono permettersi il lusso di scegliere, mia cara"
"La scelta è tutto quello che abbiamo. Se mai mi sposerò, sarà per amore. Un amore appassionato, profondo, vero, fondato sul rispetto, la stima, l'amicizia e l'affinità intellettuale. mai, mai per la sicurezza economica"